loc.Felina via Fornacione
Castelnovo ne' Monti (RE)
Data di costruzione / dismissione: 1911 - 1972
Il primo documento relativo alla fornace fu l'atto di costituzione della Società Particolare Civile, redatto nel 1911, a seguito del quale iniziò la costruzione dell'impianto di Castelnovo né Monti, in località Felina; in esso, i fratelli Domenico e Erminio Maioli, insieme ai fratelli Agostino, Cesare e Lorenzo Vezzosi, si impegnavano a svolgere un'attività di cottura e vendita di mattoni. Nel 1921, alla morte di Erminio Maioli, la sua parte di eredità passò al fratello Domenico. Alla morte di quest'ultimo, avvenuta nel 1925, tutta la quota della fornace di sua proprietà passò in usufrutto alla moglie Maria Pignedali e ai suoi nove figli Flaminio, Tullio, Alfio, Ennio, Valentina, Rina, Carolina, Edmea e Sveno. Nel 1928 anche i fratelli Vezzosi vendettero la loro quota a Maria Pignedali che divenne unica proprietaria dell'impianto. Nel periodo compreso tra il 1929 e il 1933, la fornace rimase chiusa a causa dell'esaurimento dell'argilla adatta alla produzione di mattoni ma, nel 1934, Seriglio Prampolini scoprì una modesta vena ottenendo la gestione in conto affitto. Tale attività proseguì sino al 1972, anno della definitiva chiusura della fornace. Nel 1997 la famiglia Prampolini è divenuta unica proprietaria dell'impianto, ceduto al Comune di Castelnovo né Monti nel 2005. La fornace di Felina, insieme a quella modenese di Castelvetro, rappresenta uno degli ultimi esempi di forno ad impianto circolare del territorio emiliano romagnolo. Rimasto in stato di abbandono per alcuni decenni, dichiarato di interesse culturale nel 2009, il complesso è stato restaurato e sarà destinato a diventare sede espositiva delle tradizioni produttive locali per la valorizzazione turistica e culturale del territorio. Nel febbraio 2020 il Comune ha annunciato un nuovo progetto di valorizzazione incentrato sull’antica Fornace di Felina in collaborazione con il FAI.