Vedova Emilio
1919/ 2006
stampa

carta/ litografia
mm 750 (la) 520 (a)
foglio passe-partout 650 x 810 mm
sec. XX (1968 - 1968)
n. 3930
Nel 1958 Vedova incomincia ad occuparsi della litografia e della serigrafia che costituiranno una parte importante della sua opera. Per comprendere la fase in cui si collocano le stampe delle gallerie ferraresi, si deve accennare al “luogo” che ha profondamente caratterizzato il lavoro di Vedova, sin dal 1968: gli antichi Magazzini del Sale alle Zattere. Tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta ne utilizza una parte come studio-laboratorio; si innesca una stretta relazione tra il gesto creativo e lo spazio. Ne consegue che il groviglio di segni richiama il disequilibrio spaziale, l’irregolarità, il dinamismo rude della struttura e l’oscurità che inghiottisce. Lo spazio grafico-gestuale si sovrappone a quello reale suggerendo un senso di “divoramento”. Le opere di Vedova manifestano la forza della rivelazione e della denuncia, generate dal rapporto dialettico tra l’espressione artistica e le tematiche socio-politiche ed esistenziali: “le mie non sono creazioni ma terremoti, i miei non sono quadri, ma respiri”. Cfr. esemplare della "Galerie-Bordas" di Venezia.
La stampa è entrata a far parte delle collezioni ferraresi in seguito all’esposizione antologica che Palazzo dei Diamanti ha dedicato all’artista nel 1968 (Archivio GAMC, Carteggio mostre, "Emilio Vedova Presenze 1935-1968", b. 103, fasc. 8; "Vedova. Presenze 1935-1968", cat. a cura di G. Montana, Cento (Fe) 1968).
Lo stesso Vedova ha espresso il desiderio di donare alla città l'opera "Sopraffazione oggi", "composta da sette litografie, di cui una doppia" (copia della delibera di Consiglio Comunale, verb. n. 52 prot. gen. 14131/69, del 12 febbraio 1970, in Archivio GAMC).