via Carlo V
Correggio (RE)
Data di costruzione / dismissione: 1909 - 1926
Le mura di Correggio furono completamente demolite tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, escluse alcune parti dei bastioni di San Domenico e Carlo V. Nel 1909 l'imprenditore Placido Reggiani acquistò le fondamenta del bastione di Carlo V, con l’intenzione di realizzarvi un impianto produttivo. Il progetto e la costruzione dell'edificio, destinato ad essiccatoio di bozzoli, deposito di vinacce e distilleria, vennero affidati a Pier Giacinto Terrachini, ingegnere che nel 1889 aveva realizzato uno dei primi esempi di edilizia liberty reggiana, un edificio scolastico a Rio Saliceto, demolito nel 1926. Nel decennio successivo, l’impiego di capitali utilizzati per la costruzione dello stabilimento, noto come il Torrione, non risultò proporzionato agli utili dell’attività produttiva, conclusa dopo alterne vicende con la liquidazione della società dell'imprenditore. Ceduto al Comune nel 1926, il Torrione venne parzialmente modificato nel 1945 e utilizzato a lungo come alloggio popolare per famiglie indigenti. La struttura era costituita da due edifici paralleli dall’impianto simmetrico, uniti tra loro da un corpo trasversale che delimitava un cortile aperto sulla strada. L’edificio era caratterizzato da un attento uso del mattone a vista, dalla differente gradazione cromatica, utilizzato anche nelle decorazioni dal gusto eclettico, opera del figlio di Terrachini, Bruto, artigiano di notevole abilità figurativa. Interessanti erano le soluzioni ornamentali in cemento: le balaustre dei balconi, le modanature delle finestre, i pinnacoli che concludevano i prospetti. Inserito in un programma di riqualificazione urbana nel 1998, dopo un intervento di recupero, il Torrione è stato destinato a casa di accoglienza per anziani.