Villa Saffi
Via Firenze, 164
Forlì (FC)
manifattura inglese
tavolino

legno di noce/ pittura/ impiallacciatura/ tornitura,
ferro
cm 69,5 (a) 96 (d)
larghezza con entrambe le ali chiuse 53
sec. XIX (1804 - 1840)
n. Villa Saffi, n. 171
Tavolino girevole e allungabile in legno di noce impiallacciato e tornito. Il piano, rotondo quando completamente aperto, presenta ai lati due ali semicircolari pieghevoli, che vengono sorrette in posizione orizzontale attraverso due tasselli di legno che scorrono sotto il piano. La porzione centrale del piano appare costituita da due parti che, a quanto sembra, si possono aprire così da allungare ulteriormente la superficie del tavolo: sotto il piano, sui lati, sono infatti visibili due ganci mobili che tengono unite le due parti e che probabilmente permettevano, una volta aperti, l'aggiunta di un elemento non conservato. Le quattro gambe sono tornite a rocchetto, dipinte di nero nelle scanalature (così come il bordo del piano) e poggiano su piccole rotelle. Le grosse cerniere piatte e rettangolari che permettono l'apertura-chiusura delle ali, le maniglie ovali per tirare i tasselli che le sostengono e i ganci posti sotto il piano per aprirlo e allungarlo sono in ferro.

Tavolino a bandelle da lavoro in stile Impero (Regency), realizzato in Inghilterra nei primi decenni del XIX secolo. Il gusto Impero segnò il trionfo della tendenza neoclassica che si era già affermata in Europa negli ultimi anni del XVIII secolo e, pur prendendo il nome dal regno di Napoleone I (1804-1815), si estese in realtà in Europa a tutto il primo quarto dell'Ottocento e oltre; nello specifico in Inghilterra il tardo stile neoclassico, che si attardò fino all'inizio del periodo Vittoriano (1840), viene abitualmente definito "Regency".
Tavoli dotati di ali ribaltabili che permettevano, come quello in esame, di variare le dimensioni dei piani, furono utilizzati fin dal Rinascimento, ma fu soprattutto nel Seicento che i tavoli a ribalta, di forma tonda o ovale, si diffusero come tavoli da lavoro, impiegati principalmente in campagna e, come avviene per l'esemplare conservato a Villa Saffi, all'interno delle cucine. Nella prima metà dell'Ottocento l'Inghilterra si distinse particolarmente in questo tipo di produzione, specializzando la tipologia di tavolo a seconda della diversa funzione (nacquero così tavoli da colazione, da gioco, da tè, da lavoro, da pranzo e da toeletta) e creando numerosi modelli allungabili e componibili, che grazie a complessi sistemi di cerniere permettevano sia di ripiegare alcune parti, sia di incastrare delle porzioni di piano in modo da aumentarne le dimensioni all'occorrenza. I mobili inglesi, infine, si distinguono spesso, come nel caso in esame, per l'utilizzo di piccole rotelle in metallo (soprattutto in ottone) poste all'estremità dei sostegni: ciò naturalmente facilitava lo spostamento degli arredi sulla moquette già così diffusa a queste date in Inghilterra, palesando la vocazione alla praticità tipica della cultura inglese. Il mobile potrebbe aver fatto parte dei sette carri colmi di arredi che Giorgina Craufurd, moglie di Aurelio Saffi, portò con sè dall'Inghilterra (sua terra d'origine) quando nel 1860 si trasferì col marito in Italia.