Villa Saffi
Via Firenze, 164
Forlì (FC)
manifattura londinese
barometro

legno/ doratura/ intaglio,
ottone,
marmo,
lamina d'ottone,
ferro,
vetro,
mercurio,
acciaio
cm 20 (la) 46 (a) 5 (p)
sec. XIX (1843 - 1899)
n. Villa Saffi, n. 7
Un barometro e un termometro sono inseriti in una cornice di legno tinto palissandro, finemente intagliata e parzialmente dorata in corrispondenza delle due colonne scanalate presenti sui lati; in alto sono fermate con chiodini due decorazioni in lamina d'ottone a forma di scudo. Il barometro, collocato in basso, è del tipo aneroide e presenta un quadrante rotondo in lamiera metallica stampata (che riporta le diverse condizioni climatiche, i gradi di pressione da 67 a 79 e la provenienza dell'oggetto), visibile attraverso un vetro racchiuso da una cornice in ottone. Gli elementi del congegno, che si intravedono dall'apertura centrale, sembrano essere in ottone, acciaio e ferro (sono presenti anche quattro viti di colore blu) e riportano l'indicazione del numero identificativo dello strumento. Il termometro, inserito in alto all'interno di una incavatura rettangolare, è costituito da una placca bianca rettangolare in marmo su cui sono incisi e dipinti i gradi (divisi in due scale R e C); ad essa è fissata con degli anelli di ferro la colonnina in vetro contenente il mercurio, che termina a spirale.

Stazione barometrica realizzata nella seconda metà del XIX secolo, costituita da un termometro per la misurazione della temperatura d'ambiente e da un barometro aneroide per quella della pressione atmosferica (inventato nel 1843 dal francese Lucien Vidi, il barometro aneroide offriva un'alternativa più pratica ed economica rispetto al barometro a mercurio, ma difettava in precisione). Non sono in questo caso presenti l'igrometro (per il conteggio dell'umidita') e l'orologio che spesso completano gli oggetti di questo tipo, studiati per prevedere i cambiamenti climatici. A giudicare dall'inscrizione sul quadrante del barometro, lo strumento fu realizzato a Londra, presso la Charlot Company, ma fu probabilmente acquistato a Napoli, presso la filiale italiana della ditta, gestita dal cavalier La Barbera. Del resto i coniugi Saffi si trasferirono nel 1860 nella città partenopea, dove Aurelio diresse il giornale "Il Popolo d'Italia"; se ne allontanarono però ben presto, quando nel 1861 Aurelio fu eletto nel collegio lucano al primo Parlamento italiano.