Villa Saffi
Via Firenze, 164
Forlì (FC)
manifattura europea
ombrello

acciaio,
plastica,
cotone (?)/ ceratura (?)
cm 85,5 (lu)
lunghezza complessiva,
lunghezza manico 25,5
sec. XX (1900 - 1924)
Ombrellino con struttura completamente in acciaio e calotta di color grigio, realizzata in stoffa che sembra impermeabile (cotone cerato?). Il manico, a presa arcuata, è decorato con tralci di edera incisi e da una simil pietra preziosa di color giallo/ arancione (realizzata in materiale plastico o vetro), inserita nella parte finale dell'impugnatura. Sul bordo della stoffa della calotta è ripetuto il marchio di fabbrica.

Ombrello da uomo del primo quarto del XX secolo.
L'ombrello fu inventato in Cina prima del XIII secolo a. C. e si pensa che giunse in Europa, probabilmente attraverso la Grecia, attorno al V secolo a.C.. Dopo la caduta dell'impero romano l'uso di ombrelli e parasole rimase però rilegato essenzialmente all’ambito delle cerimonie liturgiche e pubbliche fino al Cinquecento quando ricomparve nell’uso civile. Fu solo con il XVIII secolo, però, che l'ombrello divenne oggetto di moda e cominciò a diffondersi, grazie anche ai progressi tecnologici che permisero di realizzare esemplari sempre più leggeri e maneggevoli. L’oggetto in esame è probabilmente da datarsi al primo quarto del XX secolo: le dimensioni infatti riflettono il progressivo allungarsi a cui furono sottoposti gli ombrelli negli anni a cavallo fra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, che portò all'inizio del Novecento a esemplari slanciati come bastoni da passeggio, a cui appoggiarsi elegantemente. Negli anni Venti invece gli ombrelli si adeguarono alle nuove linee della moda, privandosi degli orpelli e facendosi il più possibile comodi: questi manufatti si accorciarono nuovamente, in modo da essere comodamente portati una volta chiusi sotto il braccio; la calotta divenne piatta o quasi; il manico assunse un’ impugnatura dritta.
L'ombrello, come diversi oggetti e arredi conservati all'interno della villa, presenta una decorazione a foglie d'edera, pianta che fu scelta come simbolo dal movimento repubblicano di cui Aurelio Saffi fu uno dei principali promotori: il colore rimandava infatti alla speranza, così come l'essere una pianta sempre verde era promessa di immortalità; l'essere inoltre una pianta rampicante estremamente resistente alle intemperie era considerato simbolo di fedeltà e tenacia.