Villa Saffi
Via Firenze, 164
Forlì (FC)
manifattura italiana
bilancia

marmo,
legno di abete/ pittura,
ottone,
vetro,
acciaio (?)
cm 49,5 (la) 18,2 (a) 19,5 (p)
altezza comprensiva dei piatti così come esposta,
altezza base di legno 10,8,
diametro piatti 24,2
secc. XIX/ XX (1890 - 1901)
n. Villa Saffi, n.79
Bilancia (21) con meccanismo di pesatura a leve nascosto all'interno di una cassa rettangolare in legno di abete. La cassa, il cui zoccolo è leggermente sporgente, è dipinta di nero e decorata su ogni lato da sottili cornici dorate; al centro del fronte si apre un ovale, contornato da una cornice di ottone, che lascia intravedere, attraverso una finestra in vetro, l'indicatore di equilibrio: due piccole frecce in acciaio (?) che scorrono su tre fascette d'ottone (su quest'ultime sono riportate scritte solo in parte leggibili: si legge infatti [..]RTATA" sulla fascia a sinistra e "10" su quella centrale). Sopra la cassa è posto un piano in marmo bianco, leggermente sporgente e di forma rettangolare, ma con gli angoli smussati. Dal piano fuoriescono quattro leve terminanti con sottopiatti in acciaio (?) a quattro bracci incrociati che sorreggono i due piatti in ottone a forma di ciotola. Sui piatti sono presenti le punzonature con l’indicazione di portata (“P.K.10”) e di verifica periodica della bilancia (piccoli rettangoli con incise le cifre degli anni e i marchi di convalida delle autorità competenti). Sopra ai piatti sono abitualmente esposti 6 pesi in ottone di diverso valore: da 1 chilo (21a), da 5 etti (21b), da 1 etto (due pesi uguali, 21c/d), da 200 grammi (21e) e da 20 grammi (21f).

Bilancia a sospensione inferiore di tipo Béranger realizzata tra gli ultimi anni del XIX secolo e i primissimi del XX secolo: i primi punzoni di verifica impressi sui piatti datano infatti al 1901-02 (gli ultimi al 1941-42). Questa tipologia di bilancia fu inventata nel XVII secolo dal fisico-matematico francese Gilles P. de Roberval (1602-1675), ma perfezionanata nell'Ottocento da Joseph Béranger (1802-1870), ingegnere francese di cui quindi porta il nome. Si utilizzava posando su un piatto l'oggetto da pesare, mentre sull'altro venivano posti i pesi, fino a raggiungere il perfetto equilibrio tra i due, segnalato dall'indicatore all'interno dell'ovale della cassa. La bilancia era abitualmente completata da una pesiera in legno dotata di tredici pesi di diverso valore: nel caso in esame ne sono andati probabilmente persi sette insieme alla custodia che li conteneva.