Altra Attribuzione: Andrea di Guido da Fiesole (S. Muzzi)
Arca di Carlo, Roberto e Riccardo da Saliceto
marmo/ scultura,
pietra arenaria/ scultura
Cornice cm. 139 x 17
sec. XV (1399 - 1403)
La biografia dei committenti e la precisione delle date ci aiutano a collocare il monumento al clima masagnesco della Bologna dei primi due decenni del Quattrocento, così da attribuirla con scarso margine di errore alla bottega cittadina di un seguace locale dei maestri veneti. In passato le sue presunte affinità, più compositive che stilistiche, con il sepolcro di Bartolomeo da Saliceto, avevano indirizzato la critica (Ricci, Venturi, Supino,…) ad attribuire l'opera allo scultore toscano Andrea da Fiesole. Ciononostante fu Gnudi, già nel 1938, a notare l'assenza di toscanismi e a sottolineare le palesi affinità con l'universo masegnesco. Infatti i santi cavalieri, dalla purissima e algida linea marmorea, richiamano esplicitamente l'opera dei veneti. Questa però, ben si sposa agli spunti eccentrici e grotteschi dell'aspro accento nostrano degli studenti, che richiamano alla mente il primo interprete bolognese della vulgata neo-giottesca: Jacopo di Paolo. (P. Cova 2007)