manifattura romagnola,
manifattura veneta
teatrino delle marionette

legno/ intaglio/ pittura,
tessuto,
tela/ pittura a tempera,
materiale vario
cm 224 (la) 154 (a) 102 (p)
sec. XVIII, sec. XVIII (1770 - 1770)
n. 2096
Teatrino per marionette in legno intagliato e dipinto, costituito da boccascena, palcoscenico, fondale e due coppie di quinte in tela e cartone dipinti a tempera. In totale le coppie di quinte esistenti sono 17 (15 conservate in deposito e 2 esposte); i fondali sono complessivamente 7 (6 conservati in deposito e 1 esposto); i boccascena sono due (uno esposto e uno conservato in deposito).
La dotazione di marionette, di varie dimensioni, realizzate il legno tessuto e materiali vari (piombo, stucco, cera, tela imbottita, cartapesta ecc.), è costituita complessivamente da 74 figure maschili e femminili (maschere e non), 9 cavalli e 1 scimmia, in parte conservate in deposito e in parte esposte all'interno del teatrino (32 marionette, 2 cavalli e 1 scimmia).





Il teatrino fu commissionato dai conti Albicini di Forlì, il cui stemma è posto al centro del boccascena (Malaguzzi Valeri, 1926). Agli inizi del Novecento, esso si trovava nella collezione del conte Raffaele De Courten a Firenze (Rasi, 1913), poi acquistato dall’antiquario Dino Barozzi di Venezia, che nel 1921 lo vendette al Ministero della Pubblica Istruzione. Ritenuta opera di ambito bibienesco, il teatrino fu destinato alla Pinacoteca di Bologna, dove fu esposto nel 1929; ma già nel 1930 esso venne trasferito al museo Davia Bargellini. In quegli anni il manufatto subì diverse manipolazioni e ricomposizioni per adattarlo all’esposizione museale, alterando così la sua struttura originaria, funzionale all’uso di spettacolo di marionette. I fondali, in larga parte ridipinti, presentano elementi scenografici tipici della scuola dei Bibiena, come la “visione per angolo”, realizzata articolando una vasta gamma di motivi architettonici. Oggi si conservano solo cinque fondali raffiguranti Atrio magnifico, Cortile di palazzo, Giardino, Sala e Padiglione. A tale proposito D. Lenzi (1987) ha precisato il rapporto con la tarda scuola bibienesca, rappresentata da Antonio Galli Bibiena (1697-1774), autore del progetto del teatro Comunale di Bologna, che lavorò anche in Romagna, dove lasciò molti allievi e collaboratori, attivi dal settimo decennio del Settecento. S. Tumidei (2000) ricorda in particolare il quadraturista Angelo Zaccarini, presente a Forlì in vari cantieri, compreso palazzo Albicini.
Le marionette provengono dalla collezione De Courten e sono una raccolta eterogenea, scalabile cronologicamente dalla metà del Settecento in poi. Esse hanno le caratteristiche tecniche di quelle prodotte in ambito veneto o a Venezia, dove questo genere di spettacolo ebbe una straordinaria diffusione.