Museo Civico Archeologico "A. Crespellani"
Via Contessa Matilde, 10
Valsamoggia
bronzo
officina dell’Italia settentrionale
secc. II d.C./ III d.C. (- - -)
cm.  30,6 (a)
n. RC 1
La brocca, in lamina prima colata in matrice e martellata, poi accuratamente levigata e lucidata al tornio,
presenta un corpo ovoide, panciuto e un’imboccatura piuttosto larga, dal labbro piatto e decorato con incisioni concentriche, che si ritrovano anche nel fondo, leggermente concavo. L’attacco superiore dell’ansa, con poggiadito a foglia, avvolge a semicerchio l’orlo della brocca, con due teste di uccello (ibis o cigno) e due spirali. Lungo il fusto si susseguono, dall’alto, un cesto o un vaso di fiori di forma troncoconica, con fori che dovevano servire per l’inserimento di elementi decorativi in altri metalli o in pietre dure, due cornucopie intrecciate ed un albero inclinato, sotto cui è un altare cilindrico col fuoco acceso. L’attacco inferiore, chiuso in alto da due spirali, presenta una scena di sacrificio rustico: un uomo, vestito solo di un gonnellino, seduto sulla destra, solleva il muso di un animale, forse un maialino; mentre da sinistra una donna, abbigliata con una tunica ed un mantello (?) avvolto sui fianchi e con il capo coperto, si piega in avanti, probabilmente per raccogliere in un bacile il sangue dell’animale sgozzato. Nell’ansa, colata in matrice e rifinita a freddo, alcuni particolari (altare, cornucopie, cesto di fiori, scanalature delle volute nell’attacco superiore, occhi degli ibis) erano ageminati di un metallo grigio, più chiaro, sempre considerato argento, ma che si è rivelato, sulla base dell’unico campione analizzato, stagno puro. Il vaso venne riparato in antico.

Produzione in officine dell’Italia settentrionale. Seconda metà del II - III sec. d. C.