ferro
sec. XIX (1860 - 1861)
Il sistema Cavalli risolse il problema del "vento", cioè annullò lo spazio che esiste fra il diametro del proiettile e quello effettivo dell'anima del cannone, evitando la sfuggita laterale dei gas al momento dello sparo, con la conseguente perdita di potenza e di gittata.
Il tiro poteva disporre così di una maggiore potenza di lancio con un considerevole aumento della gittata, consentendo di battere le cortine da una distanza praticamente doppia di quella fino ad allora possibile con le artiglierie ad anima liscia.
Contemporaneamente alla rigatura interna, fu adottato il sistema della retrocarica, praticamente opposto al vecchio caricamento frontale dei cannoni, e che rese assai più celere la cadenza di tiro.
Questa vera e propria rivoluzione delle armi da fuoco ed in particolare delle artiglierie pesanti (cannoni, obici, mortai), portò ad una conseguente drastica revisione delle strutture fortificate, diventate da quel momento più vulnerabili per il fatto che si era concretizzata la possibilità di colpire con una forza maggiore e da distanze fino ad allora proibitive sia bersagli visibili con tiri diretti od arcati, sia bersagli non visibili con tiri indiretti.