tela/ pittura a olio
con cornice 150 x 335 x 5.5 cm
sec. XIX (1888 - 1888)
Muzzioli tralascia, come riporta Toffanello, l’intendimento morale del racconto storico che diventa “pretesto per una ricostruzione ambientale che mira unicamente al coinvolgimento emotivo dello spettatore attraverso un’efficace espressione dei sentimenti e una stesura pittorica di notevole effetto illusivo” (Toffanello 1999, p. 16).
Già alla prima apparizione pubblica, durante l'Esposizione nazionale di Belle Arti di Bologna del 1888, il dipinto fu accolto entusiasticamente e subito acquistato dal collezionista ferrarese Lionello Cavalieri. Questi legò l'opera alla Pinacoteca della sua città, come attesta la delibera del Podestà del 9 luglio 1927 n. 16147 di "dono al Comune per la Pinacoteca comunale di un quadro del pittore G. Muzzioli da parte del comm. Lionello Cavalieri" (Sacchi Lodispoto in Da Boldini a De Pisis, p. 63).