Boldini Giovanni
1842/ 1931
dipinto

tavola/ pittura a olio
cm 64.5 (la) 80.5 (a)
con cornice 102 x 88.5 x 8.5 cm
sec. XIX (1888 - 1888)
n. 1367
Il dipinto, quasi un omaggio alla "Mary Cassatt al Louvre" di Edgar Degas, è costruito sull'artificio del quadro nel quadro derivato dalla pittura spagnola del Seicento. Attraverso la composizione si assiste alla visita di una misteriosa signora nell'atelier di Boldini in Boulevard Berthier. Ritratta di spalle, la donna osserva, forse, il suo stesso ritratto: potrebbe trattarsi di Emiliana Concha de Ossa davanti al celebre "Pastello Bianco" (Pinacoteca di Brera). Attraverso l’espediente dell’illusorio riflesso della modella nello 'specchio-dipinto', Boldini tratta, in maniera personale, il tema del doppio in voga alla fine del secolo.
La silhouette nera è collocata come suggestivo contrappunto alla diafana immagine del pastello; le due figure costituiscono l’asse mediano di uno sfondo lasciato sulla sinistra del riguardante praticamente non finito, dove è solo riconoscibile un ritratto maschile e dove l'imprimitura a vista crea una controparte quasi luminosa. Sulla destra invece si scorge il pianoforte dell'artista con sopra libri o spartiti, la porta e un altro quadro appeso alla parete, tutto definito con rapide pennellate. Il volto a pastello della giovane cilena è punto focale di questa composizione costruita su direttrici oblique che scompaginano il campo visivo e rivelano, oltre le influenze di Degas frequentato assiduamente da Boldini negli anni Ottanta, anche l'ispirazione a "Las meninas" di Velázquez. Infine sulla sinistra si intravedono le linee di un nudo femminile appena abbozzato che conferma la natura sperimentale e privata dell'opera (Guidi in Da Boldini a De Pisis, p. 38).
Incluso nel primo nucleo di opere donate dalla vedova, il dipinto entrò nelle collezioni ferraresi l'anno 1934.