La scena è stata riconosciuta da quasi tutti gli studiosi, fra cui Maria Cristina Pelà e Giovanni Montanari (PELA’ 1970, Le decorazione musiva di Sant’Apollinare, pp. 160-168; MONTANARI 2000, Mosaico, culto, cultura, p. 99) come la consegna, intorno al 675, di una serie di immunità fiscali da parte di Costantino 4. Pogonato alla chiesa di Ravenna, nella persona del diacono Reparato, messo dell'arcivescovo Mauro. Quest’ultimo, secondo Santo Mazzarino, sarebbe identificabile tramite l'epigrafe musiva (MAZZARINO 1965, Da Lollianus et Arbetio al mosaico, p. 56). Sempre Mazzarino sostiene che il mosaico sia stato voluto dallo stesso Reparato per festeggiare il suo ruolo di messo dell'arcivescovo Mauro. Eugenio Duprè Theseider reputa invece che il riquadro di Costantino 4. Pogonato sia il ricordo dell'autocefalia della chiesa di Ravenna, avvenuto in seguito all'accrescimento dei propositi autonomistici locali e alla crisi di potenza di Bisanzio nel 7. secolo, nonchè alla politica di ellenizzazione della dinastia degli Eraclidi e alla personalità dell'arcivescovo Mauro. Dopo il 649, infatti, viene inviato a Roma a proporre l'autocefalia il vicedominus Reparato; in seguito, nel 666, viene approvato il decreto dell'autocefalia che probabilmente troverebbe un riscontro proprio nel riquadro della chiesa di S. Apollinare in Classe (DUPRE' THESEIDER 1957, La questione dell'autocefalia, p. 66). Per quanto riguarda i personaggi a sinistra di Costantino 4. Pogonato, gli studiosi riconoscono i fratelli dello stesso Costantino, Eraclio e Tiberio, che l’imperatore assunse come colleghi nell’impero; il personaggio collocato all’estrema sinistra viene identificato come Giustiniano 2. che all’età di sedici anni successe a Costantino 4. Pogonato (RICCI, Monumenti B, p. 34).
decorazione musiva parietale di S. Apollinare in Classe, Consegna dei privilegi
La scena è stata riconosciuta da quasi tutti gli studiosi, fra cui Maria Cristina Pelà e Giovanni Montanari (PELA’ 1970, Le decorazione musiva di Sant’Apollinare, pp. 160-168; MONTANARI 2000, Mosaico, culto, cultura, p. 99) come la consegna, intorno al 675, di una serie di immunità fiscali da parte di Costantino 4. Pogonato alla chiesa di Ravenna, nella persona del diacono Reparato, messo dell'arcivescovo Mauro. Quest’ultimo, secondo Santo Mazzarino, sarebbe identificabile tramite l'epigrafe musiva (MAZZARINO 1965, Da Lollianus et Arbetio al mosaico, p. 56). Sempre Mazzarino sostiene che il mosaico sia stato voluto dallo stesso Reparato per festeggiare il suo ruolo di messo dell'arcivescovo Mauro. Eugenio Duprè Theseider reputa invece che il riquadro di Costantino 4. Pogonato sia il ricordo dell'autocefalia della chiesa di Ravenna, avvenuto in seguito all'accrescimento dei propositi autonomistici locali e alla crisi di potenza di Bisanzio nel 7. secolo, nonchè alla politica di ellenizzazione della dinastia degli Eraclidi e alla personalità dell'arcivescovo Mauro. Dopo il 649, infatti, viene inviato a Roma a proporre l'autocefalia il vicedominus Reparato; in seguito, nel 666, viene approvato il decreto dell'autocefalia che probabilmente troverebbe un riscontro proprio nel riquadro della chiesa di S. Apollinare in Classe (DUPRE' THESEIDER 1957, La questione dell'autocefalia, p. 66). Per quanto riguarda i personaggi a sinistra di Costantino 4. Pogonato, gli studiosi riconoscono i fratelli dello stesso Costantino, Eraclio e Tiberio, che l’imperatore assunse come colleghi nell’impero; il personaggio collocato all’estrema sinistra viene identificato come Giustiniano 2. che all’età di sedici anni successe a Costantino 4. Pogonato (RICCI, Monumenti B, p. 34).