Nel catino absidale è rappresentato simbolicamente l'episodio della Trasfigurazione di Cristo sul Monte Tabor alla presenza dei profeti Mosè ed Elia (BENINI 1949, La basilica di S. Apollinare in Classe, p. 47). Pietro, Giacomo e Giovanni, raffigurati nelle sembianze di tre placidi agnelli, assistono all'episodio.Le lettere apocalittiche Alfa e Omega sul braccio trasversale della croce richiamano la Seconda Venuta del Cristo, la fine dei tempi. La Dextera Dei, che compare al centro della composizione, sottintende la presenza dell'Altisssimo (FARIOLI 1977, Ravenna romana e bizantina, pp. 198-199).Il grande prato verde della zona sottostante rappresenta il paesaggio incantato del Paradiso, dominato al centro dalla figura di S. Apollinare verso il quale convergono, a gruppi di sei, dodici pecorelle da identificarsi, secondo Raffaella Farioli, con i dodici Apostoli. Una diversa interpretazione, sostenuta fra gli altri da Giovanni Mesini (MESINI 1924, Classe, S. Apollinare e la sua basilica) vede nelle pecorelle la raffigurazione degli eletti, dei fedeli che, tramite l'intercessione del santo possono raggiungere il Paradiso. All'esaltazione della fede di Apollinare, primo vescovo, che lo ha reso meritevole della gloria del Paradiso, partecipa tutta la chiesa di Ravenna, raffigurata nelle persone dei più venerati presuli, nei pannelli tra le finestre. Una interpretazione differente è stata proposta da Erich Dinkler. Questi sostiene che l'episodio della Trasfigurazione sia una sorta di inquadratura di un altro avvenimento dai risvolti in parte drammatici, la Parousia ovvero la Seconda Venuta del Cristo (DINKLER 1964, Das Apsismosaik von S. Apollinare). Sant'Apollinare verrebbe a rappresentare la figura dell'intercessore fra i fedeli e il Cristo venturo, in senso escatologico. Dinkler cita come testo di riferimento o comunque di possibile ispirazione per il committente dell'opera l'Apocalisse di Pietro. Alberto Pincherle (PINCHERLE 1966, Intorno a un celebre mosaico ravennate) dissente dalle tesi del Dinkler, e sostiene una interpretazione che pone il santo come soggetto in prima persona di una visione straordinaria, ovvero quella della Trasfigurazione divina.
decorazione musiva parietale di S. Apollinare in Classe
Nel catino absidale è rappresentato simbolicamente l'episodio della Trasfigurazione di Cristo sul Monte Tabor alla presenza dei profeti Mosè ed Elia (BENINI 1949, La basilica di S. Apollinare in Classe, p. 47). Pietro, Giacomo e Giovanni, raffigurati nelle sembianze di tre placidi agnelli, assistono all'episodio.Le lettere apocalittiche Alfa e Omega sul braccio trasversale della croce richiamano la Seconda Venuta del Cristo, la fine dei tempi. La Dextera Dei, che compare al centro della composizione, sottintende la presenza dell'Altisssimo (FARIOLI 1977, Ravenna romana e bizantina, pp. 198-199).Il grande prato verde della zona sottostante rappresenta il paesaggio incantato del Paradiso, dominato al centro dalla figura di S. Apollinare verso il quale convergono, a gruppi di sei, dodici pecorelle da identificarsi, secondo Raffaella Farioli, con i dodici Apostoli. Una diversa interpretazione, sostenuta fra gli altri da Giovanni Mesini (MESINI 1924, Classe, S. Apollinare e la sua basilica) vede nelle pecorelle la raffigurazione degli eletti, dei fedeli che, tramite l'intercessione del santo possono raggiungere il Paradiso. All'esaltazione della fede di Apollinare, primo vescovo, che lo ha reso meritevole della gloria del Paradiso, partecipa tutta la chiesa di Ravenna, raffigurata nelle persone dei più venerati presuli, nei pannelli tra le finestre. Una interpretazione differente è stata proposta da Erich Dinkler. Questi sostiene che l'episodio della Trasfigurazione sia una sorta di inquadratura di un altro avvenimento dai risvolti in parte drammatici, la Parousia ovvero la Seconda Venuta del Cristo (DINKLER 1964, Das Apsismosaik von S. Apollinare). Sant'Apollinare verrebbe a rappresentare la figura dell'intercessore fra i fedeli e il Cristo venturo, in senso escatologico. Dinkler cita come testo di riferimento o comunque di possibile ispirazione per il committente dell'opera l'Apocalisse di Pietro. Alberto Pincherle (PINCHERLE 1966, Intorno a un celebre mosaico ravennate) dissente dalle tesi del Dinkler, e sostiene una interpretazione che pone il santo come soggetto in prima persona di una visione straordinaria, ovvero quella della Trasfigurazione divina.