Secondo Maria Grazia Maioli siamo di fronte alla danza dei Geni delle Stagioni (MAIOLI 1997, Mosaico con raffigurazione di danza, p. 119). Secondo Anselmo Calvetti l'estate sarebbe non la figura mutila ma il primo personaggio di tre quarti con tunica bianca ricamata, in questo modosi salvaguarderebbe l'avvincendarsi naturale delle stagioni. Secondo Calvetti inoltre si tratterebbe della danza che i romani svolgevano ogni anno in primavera e che aveva lo scopo di cacciare l'inverno, simboleggiato da un vecchio vestito di pelli, per permettere la rinascita dell'anno nuovo (CALVETTI 1996, La danza delle stagioni in un mosaico, pp. 431-445). Gabriele Canuti vede in questa danza un recupero delle feste primaverili dedicate a Dioniso, dove a ballare erano appunto dei fanciulli con maschere (CANUTI 1995 - 1996, L'ultima eco di Dioniso, pp. 71-110).
pavimento musivo della Domus dei Tappeti di Pietra, Stanza 10
Secondo Maria Grazia Maioli siamo di fronte alla danza dei Geni delle Stagioni (MAIOLI 1997, Mosaico con raffigurazione di danza, p. 119). Secondo Anselmo Calvetti l'estate sarebbe non la figura mutila ma il primo personaggio di tre quarti con tunica bianca ricamata, in questo modosi salvaguarderebbe l'avvincendarsi naturale delle stagioni. Secondo Calvetti inoltre si tratterebbe della danza che i romani svolgevano ogni anno in primavera e che aveva lo scopo di cacciare l'inverno, simboleggiato da un vecchio vestito di pelli, per permettere la rinascita dell'anno nuovo (CALVETTI 1996, La danza delle stagioni in un mosaico, pp. 431-445). Gabriele Canuti vede in questa danza un recupero delle feste primaverili dedicate a Dioniso, dove a ballare erano appunto dei fanciulli con maschere (CANUTI 1995 - 1996, L'ultima eco di Dioniso, pp. 71-110).