Ecomuseo di Argenta: Museo Civico
Via G.B. Aleotti, 46
Argenta (FE)
Balestri Marco Nicolò
1555/ 1609
ambito ferrarese
trittico

tela/ pittura a olio
cm 344 (la) 355 (a)
le due tele laterali, più piccole misurano cm. 300 x 160
sec. XVI (1500 - 1599)
Zaccaria al centro con volto rivolto verso l'angelo che si trova in alto a destra; la Vergine e Santa Elisabetta al centro dell'opera, nell'atto di tenersi la mano; un gruppo di figure circondano la scena principale, nella parte mancante, della levatrice che tirne tra le braccia San Giovanni Battista appena nato.

"Le tre grandi tele vennero collocate sulla parete di fondo dell’oratorio, entro una monumentale cornice «con ornamento d’Architettura d’Ordin Jonico» (Bertoldi): a destra l’apparizione dell’angelo a Zaccaria, a sinistra la Vergine che visita Santa Elisabetta e al centro la nascita del Battista (in questo ordine il Bertoldi ricorda le tre tele, ma i due laterali, al momento del loro allontanamento dalla cornice, erano collocati in senso inverso: a sinistra l’apparizione, a destra la visitazione. In questo ordine sono esposti attualmente). Qui rimasero fino al dicembre 1967 quando, in seguito a un grave furto, venne asportata la parte centrale, che non fu più recuperata, della tela raffigurante il san Giovanni fra le braccia della levatrice. Pressoché ignorate dalla critica (solo Amalia Mezzetti accenna a un barlume di peritoso interesse rilevando «le deliziose rigidezze e le incantevoli ingenuità» presenti nel linguaggio del pittore), delle tre tele si ha appena una fugace menzione nelle “guide” locali. Eppure non manca ad esse un segreto fascino; intorno alla certezza liturgica di queste immagini il pittore organizza un repertorio minuto e insolito di particolari che, oltre a sollecitare una lettura meticolosa dell’opera, ne determina l’appartenenza ad un clima culturale di marca dichiaratamente classicista. Un classicismo di intonazione arcaistica misto di riferimenti colti e di suggestioni primitive, ma anche nutrito di invenzioni eccentriche, non senza una punta di devota unzione". (Viroli, 2008)