loc. Fondo Tesoro
Voghiera
insediamento
insediamento romano e sepolcreto altomedievale
ambito culturale romano e tardoantico
secc. I/ VII d.C.
Su questo fondo sono state recuperate, nel corso dei secoli, molte monete, sia romane (I-IV secolo d.C.) che medievali e moderne, e numerosi materiali romani rinvenuti allo stato erratico. Notevoli sono anche alcuni frammenti litici, riferibili ad un torchio: un elemento troncopiramidale a otto lati in trachite dei Colli Euganei, un rocco cilindrico in pietra veronese e una lastra di biancone.
Gli scavi del 1984-1985, 1988 e 1989 hanno portato alla luce i resti di una struttura abitativa di età romana imperiale (sette vani, un pozzo e un funzionale sistema di scolo fognario), una grande fornace per la produzione di laterizi e un sepolcreto successivo di età altomedievale, goto. 
In un vano dell'abitazione, probabilmente un ripostiglio, è stato recuperato un diploma di honesta missio costituito da due tavolette bronzee, nel quale si menziona il prefetto della flotta pretoria ravennate L.Cornelio Grato. Il diploma è datato al 12 giugno 100 d.C.
Gli scavi hanno restituito numerosi materiali mobili del primo impero: bronzi, ceramica, vetri, laterizi di epoca neroniana con bolli della produzione Pansiana.


Tra i materiali rinvenuti allo stato erratico si ricordano: ceramica acroma e terra sigillata, frammenti di anfore commerciali, mattonelle esagonali in terracotta sia gialla che rossastra , un pestello basaltico a base piatta e liscia di uso domestico, due basole trachitiche e frammenti di pietra ollare.

Le tombe della necropoli, datata al VI-VII sec., non avevano ricchi corredi e in alcune appare evidente il riutilizzo di materiali laterizi romani degli strati sottostanti. Tra i materiali rinvenuti si segnalano monili di vario tipo (orecchini, collane in pasta vitrea, anelli, spilloni), pettini, lucerne, boccali e brocchette trilobate che trovano confronti solo nel ragusano, arrivate qui probabilmente grazie ai commerci che si mantennero attivi anche dopo l'età imperiale.