Museo della Città

Convento dei Gesuiti Rimini
Notizie storico-critiche:
Il cortile è ricco di una vegetazione prospera ed invasiva favorita in generale dal clima temperato di Rimini ed in particolare da un microclima dato da un ambiente protetto dal vento, umido e ben soleggiato. Questa vegetazione ha lo svantaggio di mantenere un umidità costante ed alta specialmente sui lapidei posti all'ombra delle piante con un proliferare impressionante di microflora di tutti i tipi : licheni, muschi, alghe e muffe di vari colori comprese delle resistentissime nere - spesso il fogliame si impasta e decompone mischiandosi a polvere, guano ed acqua piovana (compost di prima scelta) sulle parti sommitali delle lapidi favorendo ulteriormente la proliferazione vegetale.
In una sorta di piccolo paradiso vari uccelli hanno eletto il cortile a loro dimora con conseguente abbondante presenza di guano. In compenso i vari materiali - calcari, arenarie, marmi ecc. non sembrano aver subito altri danni come decoesioni o esfoliazioni se non in alcune piccole aree localizzate di pochi cm2 (35 - 36 - 57 - 59), Sono stati presi in esame trentaquattro reperti, che appartengono all'antica monetazione di Ariminum.
In essa si distinguono due gruppi: le monete della serie coniata, tutte relative ad un solo nominale, e le monete della serie fusa, detta aes grave, comprendente diversi nominali; nel nostro caso sono presenti esemplari di quincunx, terencius, biunx, uncia e semuncia.
Stato di conservazione:
Gli otto capitelli italo corinzi andranno collocati nel ambito del nuovo allestimento delle sale al seminterrato del Museo su basamenti che ne permetteranno una visione esaustiva. I capitelli presentano tutte quelle piccole tracce dovute ad anni di spostamenti, qualche esposizione (Via Emilia) e quindi graffi, abrasioni, schizzi di colore e malta, ecc. Abbiamo strutture in tubo di acciaio che reggono ancora alla perfezione (la ruggine che talvolta appare è di superficie e prossima alle saldature e comunque sono ossidature che non colano e non macchiano essendo stabilizzate da anni. Alle strutture tubolari un sistema di puntali vincola le lapidi.
Alcune di questi inserimenti forzati si sono stabilizzati - il perno agisce su parti compatte e coerenti di pietra senza creare frizioni o penetrazioni - altri invece presentavano fenomeni di tensione (lo si è notato semplicemente allentando i perni ed ottenendo degli assestamenti bruschi del marmo o della struttura metallica) - detti fenomeni sono stati ammortizzati con dei dischetti di Teflon o PVC bianco posti in interfaccia - Altre lapidi sono poste in appoggio a basamenti in calcestruzzo cementizio oppure inserite in ricostruzioni virtuale - in questi casi si ha sempre la contrapposizione tra l'esigenza dell'eliminare sempre le componenti cementizie perché dannose, la pericolosità dell'operazione per le parti originali (spesso il cemento è molto più tenace del marmo !!). Va rimarcato come qui ci si trovi in situazioni ben assestate e stabilizzate ( non conterei troppo sullo strato isolante in cartone tra pietra e calcestruzzo ma più che altro confido nella qualità del consolidante usato spero anche sulle superfici coperte. Non pochi reperti sono posizionati direttamente sulla terra con conseguente aggressione di tutta la natura immaginabile dal micro al macro, dal muschietto all'edera., Lo stato di conservazione dei reperti era eterogeneo, sia tra i due macro gruppi citati, sia tra monete dello stesso gruppo. Erano presenti monete fortemente mineralizzate, altre in cui la superficie era stata abrasa, mettendo in luce il metallo vivo. Alcune monete presentavano una superficie particolare, con colorazione marrone (D137). Questa diversità era dovuta a vari fattori: la diversa composizione delle leghe metalliche che compongono i reperti; le diverse condizioni microclimatiche e chimiche durante la giacitura; le manipolazioni che le monete hanno subito dopo il rinvenimento.
All'esame effettuato al microscopio, si sono notate su tutte le monete tracce di adesivo sul fronte, probabilmente dovuto ad un vecchio allestimento in cui le monete erano state esposte in modo che fosse visibile il retro. Inoltre su tutte era stata applicata una sostanza per lucidarle, e avevano subito dei tentativi di pulitura, probabilmente per tentare di ottenere una maggiore leggibilità.
L'applicazione di vernici e adesivi sulla superficie non ha creato problemi in fase di restauro perché le sostanze erano completamente reversibili in acetone e la natura stessa dei reperti non ha permesso che penetrassero in profondità; al contrario, le tracce lasciate dalle azioni di pulitura erano ormai irreversibili. Dallo studio delle superfici queste tracce ci indicano il tipo di pulitura che fu attuato: pulitura meccanica, che ha determinato spesso la formazione di abrasioni e graffi, maggiormente localizzati sulle zone più in rilievo; pulitura chimica con reagenti che hanno portato a spatinature indiscriminate.
Descrizione dell'intervento:
prima fase dell'intervento di restauro, tramite una pulitura meccanica a bisturi sotto microscopio binoculare, per asportare lo strato di incrostazioni terrose miste a prodotti di corrosione del rame; per agevolare la rimozione di tali incrostazioni, che in alcuni casi erano caratterizzate da uno spessore piuttosto consistente, le si è ammorbidite con tamponcini imbevuti in soluzione 3 A (alcool, acetone e acqua demineralizzata). Non si sono evidenziati reperti in cui la corrosione fosse attiva, ma per eliminare gli eventuali sali e cloruri presenti all'interno di essi tutti i reperti sono stati sottoposti a bagni in acqua demineralizzata. I bagni sono proseguiti, rinnovando l'acqua quotidianamente e misurando la sua conducibilità, fino a quando tali valori si sono stabilizzati. I valori misurati sono stati quasi tutti abbastanza omogenei ad eccezione dei reperti D/129,D/123 e D/124, che nei controlli periodici dovranno essere osservati più attentamente degli altri, in quanto è possibile che in essi si inneschi un processo di corrosione ciclica.
Ai fini di evitare che in presenza di umidità tale processo si possa attivare, tutti i reperti sono stati disidratati e sottoposti a trattamento per immersione in una soluzione alcolica di Benzotriazolo; questo trattamento serve per complessare gli eventuali cloruri residui.
E' stato quindi applicato per immersione uno strato di Paraloid al 3% in acetone, per proteggere la superficie metallica dalla polvere e dall'umidità.
Ad intervento ultimato si è ottenuta una migliore lettura dei rilievi della maggior parte delle monete, a parte qualche esempio in cui lo stato di conservazione della superficie si è rivelato anomalo come il 130, o quando i rilievi erano già molto consunti in antico (153)., wunderkammer
primo ciclo di manutenzione in primavera con trattamento biocida e rimozione dei depositi invernali su alcuni soggetti con aggressioni biologiche tenaci (l'eliminazione forzata e rapida potrebbe essere pericolosa per le pietre) - 2 - 3 - 4 - 16 - 28 - 66