Museo d'Arte della Città

Loggetta Lombardesca Ravenna
Notizie storico-critiche:
I ventuno bozzetti sono stati realizzati da altrettanti artisti ed ognuno di questi ha caratteristiche esecutive diverse. La maggior parte è dipinta su carta da scenografia ma, alcuni, sono stati dipinti su tela, altri su faesite ed anche su compensato. Le tecniche pittoriche utilizzate sono anch’esse diverse, è stata utilizzata la tempera, il colore ad olio, il colore acrilico, i pastelli, il collage e spesso, le composizioni, sono state realizzate con tecniche miste.
Stato di conservazione:
Il degrado più evidente, provocato dal maldestro, ma tradizionale, arrotolamento, è stato sui dipinti su carta. In essi si sono prodotti dei piccoli distacchi che hanno causato un diffuso sollevamento del colore.
Descrizione dell'intervento:
I bozzetti su carta da scenografia.
Il primo intervento è stato quello di pulire i retro dalla polvere e dal colore perso che nel tempo si era accumulato. Si è iniziato a rimuovere i depositi incoerenti con spugne abrasive a pasta morbida – Wishab – l’intera superficie man mano che si procedeva sono state eliminate anche le toppe e i nastri adesivi che erano stati messi per contenere e chiudere certi strappi che , in particolare sui bordi, si erano prodotti durante l’esecuzione dei pannelli in mosaico. Le toppe sono state rimosse meccanicamente utilizzando il bisturi, riducendole fino ad eliminare completamente i residui di carta e di colla.
Si è deciso di spolverare, per poi consolidare, la superficie dipinta. Si è ritenuto importante eliminare il più possibile lo strato di polvere ed il colore non recuperabile.
Per poter eseguire al meglio questa operazione, si è proceduto in duplice maniera: per le fasi di “ gommatura” si è utilizzata la stessa spugna usata sul retro, per la spolveratura dei pennelli morbidi, dove il colore risultava particolarmente fragile, si sono fatte riaderire le scaglie di pigmento sollevate con una soluzione di acqua e resina acrilica al 2% veicolata con alcol, iniettata direttamente sul punto di distacco con delle siringhe e si sono poi abbassate utilizzando dei sacchetti di piombo che permettono una naturale stesura. Questa procedura ha permesso un controllo capillare dell’intera superficie. Per la natura particolarmente assorbente della carta, è stato necessario procedere ad un ulteriore fissaggio dello strato pittorico con la medesima soluzione, ma stesa in modo uniforme su tutto il film pittorico mediante nebulizzazione. Sulla pittura ad olio quest’ultima fase non è stata necessaria.
Ad asciugatura quasi ultimata, i cartoni sono stati messi sotto pressa ha aiutato non solo il colore a rimanere adeso nella sua sede, ma ha permesso, alla carta scenografica, di distendersi e di alleggerire in modo consistente numerose pieghe e vizi di arrotolamento.
Questa prima fase conservativa ha conferito ai cartoni, una nuova stabilità, i colori hanno ripreso la loro consistenza.
La seconda fase conservativa è iniziata con la cucitura di tutti gli strappi che si erano prodotti durante le molte manipolazioni. Si sono preparate delle strisce di carta giapponese 11 grammi, larghe circa 2 centimetri con bordi sfrangiati, con queste si sono incollati i due lembi dei tagli.
I numerosissimi forellini dei bordi dei cartoni prodotti dalle puntine e dai chiodi usati per stenderli ed appenderli durante la lavorazione dei mosaici, sono stati rinforzati con piccole pezzette di carta giapponese e colla di cellulosa. Per velocizzare l’asciugatura si è utilizzato come peso un ferro da stiro leggermente riscaldato tra i 30 ed i 40 gradi.
Con la colla di cellulosa, Tylose, cono stati fatti aderire anche i distacchi dei fogli di carta da scenografia. Il cartone di “ Gentilizi “, l’unico eseguito con la tecnica del collage, aveva numerosi scollamenti di piccole parti delle carte utilizzate per la composizione.
Terminata la parte conservativa dei bozzetti eseguiti su carta scenografica, si sono ritoccate le molte lacune utilizzando i colore ad acquerello ed in alcuni casi i pastelli.
Le due opere eseguite su tela prive di telaio, presentavano anch’esse numerose micro-fratture della pellicola pittorica, in particolare quella della “ Lazzaro “. La tela di supporto risulta particolarmente sensibile all’umidità, è stato necessario isolarle almeno in parte per nebulizzazione, si è stesa la prima mano di resina acrilica al 2% con le opere fissate su un pannello, poi, quando il colore si è sufficientemente consolidato, si è potuto procedere all’incollaggio delle fasce perimetrali. Le fasce sono state attaccate con la resina termoplasticaper evitare la probabile deformazione che si genera quando le tele sono molto mobili. Montate le tele sul telaio, si è consolidato la pellicola pittorica con nebulizzazioni diminuita la sensibilità della tela alle variazioni di umidità relativa. L’opera della “ Lazzaro ”, eseguita con colori acrilici, è stata ritoccata con colori a vernice, mentre quella di “ Guzzi “, eseguita con colori ad acrilico con sostanziale intervento a gessetto, è stata ritoccata con colori ad acquerello e pastelli a pasta morbida.
I dipinti eseguiti su faesite e compensato avevano problematiche completamente diverse. La loro rigidità li ha salvati dalle manipolazioni. Il colore acrilico utilizzato è rimasto ben adeso al supporto. La rimozione della polvere è stata eseguita con la spugna Wishab morbida e dopo l’eliminazione dei microrganismi, si è steso un biocidaè a base di alcol e fenolo all’1%.
valutazione del supporto sul quale appoggiare le opere su carta da scenografo.
Si è scelto il pannello a nido d’ape Klug da 13 millimetri molto leggero, stabile, in materiale cartaceo a PH neutro, componibile, tenendo conto che molti pannelli superano 1,5 mq.
Volendo mantenere la reversibilità, si è deciso di attaccare i cartoni utilizzando delle fascette di carta giapponese da 36 grammi incollate con colla Tylose che prendessero circa 2 centimetri del cartone e che venissero, a loro volta, attaccate al pannello Klug. In questo modo l’intera superficie del bozzetto rimane staccato dal pannello con il solo ancoraggio dei bordi.
Per necessità espositive, si è deciso di rifinire i pannelli ed occultare le fascette d’ancoraggio. Si sono utilizzati i passe-partout di colore avorio, molto simili al colore della carta scenografica. Potendo sfruttare il bordo del pannello Klug, si sono attaccate le fasce di passe-partout con la colla acrilica, più tenace di quella a base di cellulosa, questo a permesso di creare una specie di cornice con ulteriore funzione di rinforzo e di tenuta dei bordi dei bozzetti.
I pannelli così montati mantengono la leggerezza necessaria per poterli attaccare con un semplice sistema di ancoraggio fatto aderire con fasce di tela gommata.