2010
Bologna
Ante Quem
2007
p. 194, n. 270
Monete in villa. Numismatica e storia a Russi
Ravenna
Longo
2004
Monete in villa. Numismatica e storia a Russi
Ravenna
Longo
2004
Monete in villa. Numismatica e storia a Russi
Ravenna
Longo
2004
Viaggio nei siti archeologici della provincia di Ravenna
Ravenna
Longo
2003
Atti del VII Colloquio dell'Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico, 2000
Ravenna
2001
1998
Agricoltura e commerci nell'Italia antica
Roma
L'Erma di Bretschneider
1995
Atti del I Colloquio dell'Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico, 1993
Ravenna
Ed. del girasole
1994
pp. 224-227
1993
pp. 224-227
1991-1992
Bologna
Regione Emilia-Romagna
1990
p. 280
1990
pp. 249-279
1987
pp. 209-251
Napoli
Giannini
1979
1978
1978
Bologna
1978
Faenza
F.lli Lega
1975
Faenza
Fratelli Lega Editori
1973
Faenza
Fratelli Lega Editori
1973
pp. 7-37
Faenza
F.lli Lega
1971
Faenza
F.lli Lega
1971
Faenza
F.lli Lega
1971
Faenza
F.lli Lega
1971
Faenza
F.lli Lega
1971
Bruxelles
Latomus
1971
pp. 171-184
Ravenna
Longo
1968
pp. 11-21, 50-51 n. 26,A
Faenza
F.lli Lega
1962
1960
1959
Milano
Pleion
1958
1957
1956
1956
1955
1954
1954
Faenza
F.lli Lega
1953
1953
Via Fiumazzo 25
villa urbano-rustica
secc. I a.C./ IV d.C.
Situata appena fuori dall'attuale centro urbano di Russi, la villa occupa un'estensione di almeno ottomila metri quadrati. Il primo impianto risale all’età augustea ed è senza dubbio da mettere in relazione con le esigenze di rifornimento della flotta di Augusto, stanziata a Ravenna: il suo maggior sviluppo va infatti dal I al II secolo d.C. I collegamenti terrestri con Ravenna erano assicurati dalla Via Faventina, ma non è improbabile che fossero sfruttate anche vie di comunicazioni fluviali.
Nella sua prima fase edlizia di I secolo a.C., il complesso si presentava come un grande rettangolo chiuso a nord da un muro lesenato. Nella sua seconda fase, in età flavia, fu ristrutturato secondo i caratteri architettonici e decorativi tuttora visibili e arricchito di mosaici e intonaci parietali policromi di vario stile. Dopo una terza fase d’età traianea - in cui al complesso venne affiancato un cortile-frutteto circondato da portici colonnati, cui si addossava ad est un nuovo settore abitativo - la villa ebbe vita fino alla metà del IV sec. d.C., come risulta dai ritrovamenti monetali. Dopo l’abbandono i suoi resti furono riutilizzati come sepolcreto e cava di materiali, fornace nell’alto medioevo, infine sepolti da una coltre alluvionale che ha raggiunto gli 11 metri.
L’ingresso era costituito da un ambiente con funzione di atrio (32), da cui si accedeva ad est ad un magazzino (34), ad ovest alla grande cucina (24), dotata di due focolari e di un pozzo. Il cortile (4), circondato da portici, fungeva da centro e spazio distributivo per tutte le attività che si svolgevano nel complesso; ad ovest si accedeva ad uno spazio con macine (23) e ad un altro ambiente (22) dotato di una vaschetta e di una struttura ora interrata, forse un forno per il pane. A questi ambienti era contiguo l’appartamento del 'procurator', costituito da due stanze pavimentate in mosaico bianco e nero (19, 20) ed un’altra forse in cocciopesto (21). Sul lato est si collocavano piccoli cubicoli pavimentati in cocciopesto decorati da tessere musive, muniti di focolare in una fase successiva. Sempre sul lato est si collocava l’impianto termale (55-58), con vani pavimentati in mosaico; l'ambiente (56) era dotato inoltre di due vaschette, una delle quali rivestita in marmo policromo. Ad esso collegati erano il cortile (47) e la grande aia di ingresso (30), a cui si accedeva dal giardino - frutteto (52). A nord vi era la vasca sopraelevata della pressa del torcularium (3) pavimentata in mosaico a grosse tessere irregolari. La pressa era collegata ad un’altra vaschetta destinata alla raccolta dei liquidi, collocata all’interno del magazzino (2), un’ampia aula rettangolare divisa in tre navate da pilastri in laterizio. Nella zona a sud della villa erano collegati all’angolo sud-ovest del portico alcuni ambienti identificati come latrina. La 'pars dominica' (ambienti 1-17) occupava la parte nord-ovest del complesso e si articolava attorno ad un cortile centrale (1): l’ambiente principale era il tablinum (5), fiancheggiato da quattro stanze con funzione di cubicola (6, 7, 8, 9). Tutti gli ambienti erano pavimentati a mosaico. Completavano il quartiere residenziale il triclinium (16), pavimentato a mosaico, e le camere da letto (10, 13, 14, 15), pavimentate alcune a mosaico altre in cocciopesto.
I reperti più importanti della villa, risalenti a tutte le varie fasi di vita del complesso, sono conservati presso il Museo Nazionale di Ravenna e nel Museo civico di Russi: si tratta soprattutto di suppellettile fittile e bronzea e di resti di intonaci dipinti. Il materiale prevalentemente rappresentato è quello ceramico e proviene principalmente dalla parte residenziale della villa, in particolare dall'ambiente 5 e da tre pozzi situati rispettivamente nella cucina, nell'area produttiva e in quella termale, indagati grazie all'apporto dei subacquei del Gruppo Archeologico Ravennate.
Tra il materiale fittile si segnalano: frammenti di ceramica fine da mensa e da cuicina in terra sigillata sia decorata che liscia; lucerne con beccuccio a volute, a canale chiuso con marca Communis e a canale aperto con marche Cresce, Fortis, Vibian(i) e C. Dessi. Tra quello in metallo: frammenti di lamine di piombo, di una ciotola in lamina di bronzo, di lamina bronzea, una parte di fibbia di bronzo a forma ovoidale, due armille di bronzo a cerchietto liscio. Infine, tra le altre categorie di rinvenimeni si ricordano: frammenti di vetro, stili in osso, cornice di specchio in piombo, frammenti di mole granarie, due pesi di pietra, un elemento lapideo per torchio, applique bronzea a forma di testa di Attis, 114 monete.
N.B.: la numerazione si riferisce alla planimetria della villa inclusa nella galleria immagini della scheda.