Museo del Castello

Rocca Sforzesca Bagnara di Romagna
Notizie storico-critiche:
L’intervento riguarda una serie di piccoli reperti, soprattutto in bronzo (ca. 80% del totale) , ma anche in ferro e piombo, risalententi prevalentemente ad età altomedievale rinvenuti nel territorio di Bagnara di Romagna in seguito a campagne di scavo e prospezioni di superficie Gran parte dei manufatti sono ascrivibili ad intrumentum domesticum e ad elementi di quotidiano utilizzo (abbigliamento, attività produttive, suppellettile, etc.) e provengono dalla motta dei Prati di Sant’Andrea, sede di un castrum fortificato probabilmente preceduto da una fase tardoantica. Quest’ultimo, oltre ad essere il luogo di origine della prima comunità di Bagnara, ha grande rilievo testimoniale in quanto unica evidenza insediativa di tal genere in ambito regionale ad essere indagata scientificamente in estensione e senza disturbi postdeposizionali. Gli esiti delle campagne di scavo, con i materiali della quotidianità recuperati nel corso delle indagini, consentiranno di acquisire un quadro conoscitivo importante per il periodo altomedioevale in Emilia-Romagna. A tali materiali si aggiungono altri oggetti dello stesso tipo provenienti da diversi siti segnalati nel territorio.
Stato di conservazione:
Lo stato dei reperti è vario a seconda del metallo costitutivo e della foggia (laminati o fusi).
Bronzi
I manufatti sono di tipologia varia, generalmente riconducibile all'instrumentum domesticus e all'abbigliamento; possono essere incompleti e frammentati, specie quelli con parti in sottile lamina bronzea.
Risultano pochi fenomeni di corrosione attiva da cloruri.
La leggibilità è generalmente buona a livello di forma, mentre eventuali elementi decorativi superficiali quali placcature, agemine possono essere occultati dai prodotti di corrosione. Alcune monete potrebbero essere in lega a basso tenore d'argento, con problemi di leggibilità e fragilità.
Ferri
I reperti sono talvolta incompleti e frammentati. La leggibilità di forma e superficie è spesso cattiva, e alcuni oggetti, come lo sperone, potrebbero presentare decorazioni ageminate nascoste dai prodotti di corrosione.
I reperti mostrano una frequente ripresa di corrosione post scavo, legata alla presenza di un nucleo metallico e di cloruri tra i prodotti di corrosione, con conseguente perdita di superficie e distacco di frammenti.
Altro (piombo, stagno) leggibilità mediocre, stabilità apperentemente buona .
Descrizione dell'intervento:
PULITURA
Per i bronzi vengono adoperati essenzialmente metodi meccanici, con l'ausilio del microscopio binoculare: bisturi, punte, spazzolino di fibra di vetro, spazzoline ruotanti; per i ferri si ricorre anche alla microsabbiatura con ossido d'alluminio e microsfere di vetro, frese e spazzoline ruotanti, bisturi.
La pulitura meccanica é agevolata dall'immersione in soluzioni funzionali all'eliminazione dei sali solubili, e dall'eventuale uso di solventi organici chimicamente inerti per rimuovere sporco e sostanze varie prima della pulitura vera e propria.
STABILIZZAZIONE
- l'eliminazione delle sostanze attive oppure inibizione della loro reattività;
- l'isolamento dall'umidità che rappresenta sempre il fattore scatenante della corrosione elettrochimica.
Per le leghe di rame: lavaggio intensivo in acqua demineralizzata fino a soglie minima di conduttività e verifica presenza cloruri con clorotest; immersione in soluzione alcoolica di Benzotriazolo.
Per i ferri la stabilizzazione si realizza tramite bagni intensivi in soluzione alcalina di solfito di sodio, e viene completata a fine pulitura con trattamento passivante a base di polifenoli in soluzione alcolica (tannini).
CONSOLIDAMENTO
La protezione del reperto, che funge anche da consolidamento della materia, é eseguita per immersione sotto vuoto in resine acriliche reversibili disciolte in solventi organici. Laddove necessario, un secondo strato protettivo di sacrificio a base di cera microcristallina migliora l'isolamento dall'umidità ambientale.
Maggiore consolidamento meccanico (talvolta necessario in presenza di lamine sottili molto degradate) é effettuato con applicazione sul retro di velatino di seta, carta giapponese o tessuto non tessuto fissato con resina acrilica reversibile.
INTEGRAZIONE
Eventuali integrazioni formali finalizzate al consolidamento e alla statica degli oggetti devono essere facilmente identificabili e il più possibile reversibili. Si adopera una resina epossidica bi-componente colorata sottotono rispetto alle superfici; per le piccole lacune, l'integrazione appoggia direttamente sul bordo; come per I'incollaggio, lo strato d'isolamento (primer) garantisce la reversibilità dell'operazione.