Museo Civico di Modena
Largo Porta S.Agostino, 337
Modena (MO)
Guidi Virgilio
1891/ 1984
ambito romano
dipinto

tela/ pittura a olio
cm 88.5 (la) 69.5 (a)
sec. XX (1947 - 1947)
n. Ser. 27
Tre figure in blu e verde, con fattezze geometriche, sono disponste in uno spazio neutro verde e ocra.

Il dipinto è stato eseguito nel 1947 e rientra nella celebre serie delle Figure nello spazio elaborata da Guidi a partire dal 1946, all'epoca del ritorno a Venezia. L'opera e altre tre tele dal titolo omonimo furono esposte nel 1948 nella famosa edizione della XXIV Biennale di Venezia, la prima del dopoguerra; mentre nel 1954 prese parte all'antologica che gli fu organizzata nell'ambito della stessa manifestazione; e, infine, a due mostre organizzate rispettivamente a Mentana e, di nuovo, a Venezia. Le iscrizioni sul retro del dipinto ci informano inoltre che la tela appartenne alla collezione del Commendatore Adriano Pallini di Milano. Sebbene l'opera in esame sia stata pubblicata nel catalogo generale dell'artista del 1998 come appartenente alla collezione Gastone Dazzara di Trieste e prima ancora alla raccolta di E. Jesi a Milano, rimane che essa già a questa data figurava nella collezione Sernicoli. Nella documentazione allegata alla donazione è stata inoltre rintracciata un'autentica datata 27 gennaio 1981, firmata da Guidi stesso. La serie delle Figure nello spazio, interpretata in passato come il prodotto di un momento di trapasso e di svolta -"la preistoria di Guidi finisce con le verdi Figure nello spazio, del 1947" (Marchiori 1962) - è invece la risultante di un progressivo processo di sintesi e di contrazione linguistica della triade forma-spazio-luce, di cui si riconoscono i prodromi nelle opere del periodo bolognese quali la “Littorina” (1936-1938), la serie degli “Incontri” e delle “Visite”. Le Figure nello spazio, dalla sola parvenza metafisica, attestano il raggiungimento di una mutata concezione dello spazio: le figure elicoidali, "a clessidra" (Vergani 1948, p. 106), sono protese in avanti e calate ritmicamente in uno spazio concreto che si dilata agendo sulle forme luminose. La lettura della suite offerta dalla critica ha individuato alcune assonanze stilistiche che da Paolo Uccello passano alla Visitazione di Carmignano del Pontorno, fino a giungere alle esperienze più recenti di Boccioni con le figure degli Stati d'animo e di Oskar Schlemmer.