Museo Civico di Modena
Largo Porta S.Agostino, 337
Modena (MO)
Creti Donato
1671/ 1749
ambito bolognese
dipinto

tela/ pittura a olio
cm 30.5 (la) 33.5 (a)
sec. XVIII (1710 - 1725)
n. Ser. 3
Busto di donna ingioiellata, con volto di profilo e mano posata sul petto.

Il bellissimo dipinto, opera certa di Donato Creti, appare difficilmente classificabile. Rendendone noto un esemplare assai simile in una collezione privata bolognese (apparentemente lo stesso, se non fosse per minute differenze nei gioielli, nell'acconciatura e nelle pieghe del manto), Renato Roli lo chiamava “Ritratto di donna”: un'evenienza che sembrerebbe smentita dall'evidente idealizzazione del viso e dal frequente ricorrere di questa tipologia femminile nei dipinti di Creti, oltre dal gesto declamatorio della mano portata al petto. Si potrebbe pensare allora a uno studio preparatorio per un quadro di più vaste dimensioni, in cui questa figura reciti una parte precisa; e tuttavia in nessun quadro finora noto del pittore bolognese compare un personaggio identico a questo nella posa. L'ipotesi del ritratto è resa poco plausibile anche dal fatto che il dipinto è noto in due esemplari. Resta allora la soluzione che il quadro, insieme alla redazione già nota a Roli, vada iscritta al genere della "testa di carattere": non un vero e proprio ritratto, ma uno studio di attitudini psicologiche, che i pittori bolognesi del XVIII secolo eseguivano per fortificare le proprie doti nella resa delle espressioni, secondo una tradizione inaugurata dai Carracci. In questo caso ci troveremmo dunque davanti allo studio di un atteggiamento regale e insieme accondiscendente, da parte di un personaggio dell'alta società, in deroga alla consuetudine maggiormente documentata di riferirsi, per questo tipo di esercizio a mezza strada tra invenzione e realtà, a personaggi comuni, se non di bassa estrazione. La piacevolezza di tali "teste di carattere", nate in qualche modo come esercizio per sé, ne favoriva del resto la fortuna, tanto che non stupisce che il pittore le ripetesse per metterle in vendita: è il caso del “Fanciullo che beve” dello stesso Creti, noto in più esemplari, tutti parimenti autografi. A Roli ci si può comunque rivolgere per quanto riguarda la datazione del dipinto in esame, da collocare, così come l'altro a lui noto, "sulla metà del secondo decennio", accanto a dipinti come la “Memoria del medico G. G. Sbaraglia” nel portico superiore dell'Archiginnasio a Bologna (1713) o la serie di tele eseguita per il marchese Marco Antonio Collina Sbaraglia, ora nelle Collezioni Comunali d'arte di Bologna, alle quali Creti, come si apprende da una sua lettera, stava attendendo nel 1717. Nel dipinto con Achille affidato al centauro Chirone, appartenente appunto a questa serie, compare una figura femminile assai simile a questa, anche se in diverso atteggiamento.