Palazzo Comunale
Piazza del Popolo, 10
Cesena (FC)
Golfarelli Tullo
1852/ 1928
busto
Busto a Giuseppe Garibaldi

marmo/ scultura
cm.
sec. XIX (1883 - 1883)
Busto di Giuseppe Garibaldi poggiante su mensola, dietro lapide monumentale con epigrafe.

Anche Cesena, come gran parte dell’Italia unita, rende omaggio alla memoria del generale Giuseppe Garibaldi, morto a Caprera il 2 giugno del 1882. A pochi giorni dalla scomparsa, un Comitato, costituito dalle più ampie rappresentanze cittadine, apre una sottoscrizione pubblica per la realizzazione di un ricordo marmoreo che tramandi alle generazioni future l’effige dell’Eroe dei Due Mondi. L’omaggio monumentale sarà collocato sotto il loggiato del Palazzo Municipale, dove già sono presenti le lapidi che ricordano i caduti cesenati nelle guerre tra il 1848 e il 1867. Il busto è il primo atto per l’erigendo pantheon cittadino, in cui commemorare tutte le glorie risorgimentali locali e nazionali. La sottoscrizione popolare, che raggiunge in pochi giorni la quota di lire settecento, unitamente ai contributi di due istituti pubblici cittadini (Banca Popolare e Cassa di Risparmio), permette di commissionare l’opera allo scultore cesenate Tullo Golfarelli, già intento a realizzare il monumento a Garibaldi per la cittadina di Cesenatico. Obiettivo del Comitato è di inaugurare il busto il 2 giugno 1883, in occasione del primo anniversario della morte del Capitano del Popolo, ma in quella data, per cause indipendenti dallo scultore, l’opera è ancora in corso di esecuzione. Lo scoprimento del ricordo marmoreo è quindi fissato per il 12 agosto, a rievocazione del periodo in cui tutti i liberali del territorio contribuirono alla fuga del Generale dalla persecuzione austriaca nel 1849. Il disastroso terremoto di Casamicciola, città campana rasa al suolo ed epicentro di un sisma che sconvolge tutta l’opinione pubblica del tempo, induce il Comitato promotore a rimandare nuovamente l’inaugurazione, nonostante l’avanzato stadio dei preparativi. A beneficio dei danneggiati dalla catastrofe è devoluta la somma residuale della sottoscrizione per il busto a Garibaldi, il cui scoprimento è definitivamente fissato per il 9 settembre.
Il Municipio contribuisce all’iniziativa popolare con la concessione gratuita del luogo dove collocare l’opera, e l’assunzione di tutti gli oneri relativi alla sua sistemazione; inoltre partecipa alle onoranze cittadine con la posa di una lapide commemorativa presso il Palazzo Guidi, luogo di soggiorno del Generale nel dicembre 1848, in occasione del passaggio in città della sua ‘Legione’. Il giovane scultore Golfarelli realizza un busto fortemente caratterizzato da una immagine solenne, in cui alla vena marcatamente verista, si mescolano le soluzioni accademiche assorbite dall’artista durante il suo recente alunnato romano.
La pretesa di socialisti e repubblicani di poter intervenire all’inaugurazione con discorsi a nome dei rispettivi partiti, genera fratture e contrasti all’interno del Comitato, che si risolvono con le dimissioni di quattro componenti su dieci, mentre altri optano per disertare la cerimonia inaugurale.
Il 9 settembre le società popolari repubblicane e mazziniane si ritrovano presso il giardino pubblico, dove sono raggiunte dai socialisti radunatisi in separata sede. Da qui le rappresentanze, precedute dalla banda cittadina, muovono in corteo alla volta della Piazza Maggiore. Lo scoprimento del busto è seguito da un discorso in lode di Garibaldi pronunciato da Eugenio Valzania, presidente del Comitato, in una piazza gremita di gente e bandiere. Segue l’intervento del deputato Andrea Costa, la cui interruzione da parte delle autorità, genera le vivaci reazioni degli intervenuti e vari tumulti tra la folla presente. Le celebrazioni proseguono con lo scoprimento della lapide presso il Palazzo Guidi, con le pomeridiane corse di sedioli e fantini nel giardino pubblico, per concludersi la sera con un concerto della banda cittadina in una piazza decorosamente illuminata.
A distanza di vent’anni, nel 1902, il Comune di Cesena richiede allo scultore Golfarelli un intervento per trasferire il busto di Garibaldi dal loggiato all’atrio del Palazzo Comunale, reputato un luogo più conveniente. Il trasferimento si tramuta, in breve tempo, nella proposta di commissione di un nuovo ricordo marmoreo, per il quale Golfarelli presenta due progetti: il primo formato da un busto in marmo che sovrasta un bassorilievo bronzeo, dove si rappresenta l’incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele Il; il secondo bozzetto invece propone un busto bronzeo collocato su un tronco di piramide in marmo, alla cui base riposa un leone dormiente, simbolo della libertà pronta a destarsi al grido del popolo. Il precario stato economico del Comune, l’instabilità politica e gli alti costi di esecuzione del monumento, decretano l’accantonamento del progetto.