FONTE
FONTE
AutoreDionigi d'Alicarnasso
Titolo operaAntiquitates Romanae
Anno7 a.C.
Periodoetà augustea
EpocaAlto Imperiale
Noteed.: K. Jacoby (ed.), Dionysii Halicarnasei antiquitatum Romanorum quae supersunt, 4 voll., Leipzig 1885-1905 (rist. anast. Stuttgart 1967; trad.: F. Cantarelli (a cura di), Storia di Roma arcaica, Milano 1984).
PASSO
LocalizzazioneI, 18.2-5
Traduzione[2] La maggior parte di essi [Pelasgi] trovò rifugio nell'interno presso gli abitanti di Dodona, loro consanguinei, contro i quali come abitatori di una città santa nessuno avrebbe pensato di muovere guerra. In questa città essi si fermarono per un tempo ragionevole, ma quando si avvidero di essere dannosi per gli abitanti di Dodona, in quanto la terra non era in grado di nutrire tutti quanti, lasciarono la regione accogliendo l'ordine dell'oracolo di navigare alla volta dell'Italia, che allora si chiamava Saturnia. [3] Allestirono numerose navi e si diressero verso lo Ionio, mettendo cura di raggiungere le regioni più prossime dell'Italia ma, a causa dei venti meridionali e della scarsa conoscenza dei luoghi, essi furono portati oltre e ormeggiarono presso una delle foci del fiume Po, di nome Spina. Qui lasciarono la flotta e la parte della gente che era meno in grado di sostenere gravi sforzi fisici, lasciando un presidio sulle navi, per garantirsi una possibilità di fuga nel caso che l'impresa non fosse loro riuscita. [4] Quelli che erano rimasti nella regione di Spina circondarono l'accampamento con una cinta e rifornirono le navi di vettovagliamenti. Quando parve loro che le faccende si mettessero bene, fondarono una città che aveva lo stesso nome della foce del fiume. Ebbero poi buona fortuna, molto più che tutti gli altri abitanti delle coste ioniche, affermandosi per molto tempo come i più potenti sul mare e furono in grado di portare al santuario di Delfi decime, splendide quant'altre mai, ricavate dalle loro attività marinare. [5] Essi furono poi combattuti con grandi schieramenti di forze dai barbari che abitavano nelle zone vicine e furono costretti ad abbandonare la città. Questi barbari, a loro volta, furono in tempi successivi scacciati dai Romani. Così dunque scomparve la stirpe dei Pelasgi che si era stanziata a Spina.
PASSO
LocalizzazioneI, 28.3
TraduzioneEllanico di Lesbo dice che i Tirreni prima si chiamavano Pelasgi e che presero il nome che ora hanno dopo essersi stanziati in Italia. Egli fa nel Foronide questo discorso: «Frastore fu figlio di Pelasgo, loro re, e di Menippe, figlia di Peneo; figlio di Frastore fu Amintore, di Amintore fu Teutamide, di Teutamide fu Nanas. Durante il regno di questo i Pelasgi furono scacciati dal loro paese dai Greci e, lasciate le loro navi presso il fiume Spines, nel golfo Ionio, presero Cortona, una città dell'interno, e, partiti di lì, occuparono quella che noi ora chiamiamo Tirrenia».
NoteVersione di Ellanico di Lesbo, ripresa da Dionigi, della storia dei Pelasgi, posta prima della generazione della guerra di Troia. La traduzione Cortona anziché il più simile Crotone è per l'associazione ai Tirreni, ovvero gli Etruschi, anche se non è da escludere una confusione da parte dell'autore.
COMPILAZIONE
COMPILAZIONE
Data2012
NomeAssorati G.
AGGIORNAMENTO – REVISIONE
Data2021
NomeParisini S.

ultima modifica: 22/01/2021
fonte

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