STRADA
STRADA STORICA
StatoItalia
RegioneEmilia - Romagna
NomeRavenna ab Hostilia per Padum
Denominazione anticaRavenna ab Hostilia per Padum
AutoritàCursus publicus imperiale
AnnoI sec. d.C.
Periodoetà giulio-claudia
EpocaAlto Imperiale
Inizio (luogo)Ostiglia
Fine (luogo)Ravenna
DescrizioneLa Tabula Peutingeriana (nei segmenti III, 5 – IV, 1) riporta la definizione di un sistema di comunicazione misto stradale-fluviale che rappresenta la più netta indicazione di collegamento strutturato all’interno del delta padano: la via “Ravenna ab Hostilia per Padum” collegava, appunto, Ravenna alla principale arteria commerciale della pianura padana, ovvero il Po stesso, attraverso il collegamento di vie d’acqua, naturali e artificiali, con strade poste a ridosso dal corso d’acqua per poter risalire il corso controcorrente avvalendosi del traino di animali da soma. Le poche testimonianze sopravvissute suggeriscono un percorso basato sulla realizzazione della Fossa Augusta, e probabilmente organizzato proprio in età augustea, in concomitanza con l’allestimento del porto militare a sud di Ravenna, e la realizzazione con scopi militari della via Claudia Augusta entro il regno di Claudio: come loro prassi, i romani si basarono su valide opere precedenti, d’età etrusca, poi mantenute e ampliate soprattutto nella prima età imperiale, come testimoniato dai nomi delle fosse Neronia e Flavia, collegate alla precedente. Per tutta l’età imperiale, almeno, fu possibile usufruire di un servizio che in due giorni e due notti (Strabone V, 1.11) portava persone e merci tra Piacenza e Ravenna facendo tappa a Brescello e Ostiglia (cfr. Sidionio Apollinare, Epistola 1.5.5).
Il percorso vicino Ravenna costeggiava la Fossa Augusta, o Padusa come forse era chiamata in loco, parallelamente al mare, lambendo Butrium (Ca’ Rossa, non distante dall’attuale Sant’Alberto), e Augusta, coinvolgendo forse l’argine di Agosta, toponimo che suggerisce un coinvolgimento nell’opera imperiale sebbene sia di incera interpretazione topografica, fino all’antica Spina; poco a nord all’altezza di Sacis Ad Padum il tragitto piegava verso la pianura seguendo probabilmente l’argine sinistro del principale corso del Po in età antica, il Po di Spina (o Eridano, o Padoa, anche “Magnus Padus”, poi Padovetere), toccando probabilmente Ostellato, San Vito, Gambulaga, Voghenza dove anche per motivi di distanze doveva esserci una stazione di posta, Quartesana da cui provengono iscrizioni, Codrea (in cui forse si conserva il nome antico, se giusta l’ipotesi che derivi da “Caput Eridani”), Quacchio dove emergono cospicui resti antichi, il sito della futura Ferrara (CIL V, 8008 = AE 2001, 1052), Cassana, Vicus Varianus (Vigarano Pieve) dove veniva incrociata la via Bologna – Aquileia, Bondeno e Ficarolo. Anche sulla sponda destra, o almeno su alcuni tratti, dovette svilupparsi una strada, ma sembra limitata ad tratto breve, e forse costituì un diverticolo funzionale allo sviluppo dell’area voghentino-ferrarese nella prima età imperiale.
Legato al sistema fluviale in età romana era il Po di Olana (per distinguerlo dal Po di Volano, frutto di sconvolgimenti di fine VI sec. d.C.), che si staccava dall’Eridano-Spinetico forse presso Codrea, che così diventa il punto in cui collocare la località di Trigaboli citata da Polibio: il ramo derivante pertanto già in età repubblicana assicurava presso la foce un porto sicuro (Polibio, II, 16) che forse sfociava presso San Basilio d’Ariano, la cui identificazione con l’Hadriani della “Tabula Peutingeriana” instituisce un’antica bretella fluviale di congiunzione con la Popilia, e che giustifica la presenza di un porto attrezzato che, stando ai ritrovamenti della zona, poteva essere già attivo in età etrusca. È possibile che nel primo tratto stradale la via per Ostiglia coincidesse con la via Popilia, che si doveva staccare non lontano dall’antica Spina, quando il percorso incrociava il corso del Vatreno che, stando alle fonti (Plinio III, 120), era un grande porto commerciale a servizio dell’intera pianura, e probabilmente lo scalo commerciale fondamentale del sistema: la comprensione della Popilia faceva del bacino del Vatreno e di Ravenna, città collegata, un punto di riferimento fondamentale per i collegamenti non solo con la pianura padana, ma anche con le regioni danubiane a nord. Sebbene la fossa fosse forse ancora attiva all’inizio del VI sec. (Giordane, Getica 148-150), la crisi susseguente alle guerre ed invasioni dei quel secolo e alla mancanza di manutenzione portò a cambiamenti idrografici: il Vatreno è forse ancora attivo e centrale alla fine del secolo, per questo oggetto di scontri tra Longobardi e Bizantini (Paolo Diacono, Hist. Langobardorum III, 19), ma con l’emergere del nuovo corso del Po, detto di Primaro, il sistema di collegamento tra Ravenna ed il Po, già di fatto interrotto con l’invasione longobarda, verrà ripreso nei secoli seguenti ma con nuovi percorsi e nuovi capisaldi come Comacchio.

Bibl. S. Patitucci Uggeri, Il sistema fluvio-lagunare, l’insediamento e le difese del territorio ravennate settentrionale (V-VIII secolo), in Ravenna da capitale imperiale a capitale esarcale, Spoleto 2005, pp. 264-266, 278-280, 285, 295-299; F. Lenzi (a cura di), Regio VIII. Luoghi, uomini, percorsi dell'età romana in Emilia - Romagna, Bologna 2006, pp. 587-590; M. Calzolari, Il Delta padano in Età romana: idrografia, viabilità, insediamenti, in Genti del Delta da Spina a Comacchio: uomini, territorio e culto dall’antichità all’alto medioevo, Ferrara 2007, pp. 158-165.

COMPILAZIONE
COMPILAZIONE
Data2012
NomeAssorati G.

ultima modifica: 31/07/2020
Viabilità storica

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