loc. Gambulaga, Possessione Santa Caterina
Portomaggiore
area ad uso funerario
necropoli
ambito culturale romano
secc. I/ II d.C.
Scoperta in modo casuale grazie ad alcuni lavori di dissodamento del terreno, che hanno riportato in superficie tre lapidi sepolcrali, e successivamente oggetto di una regolare campagna di scavo, la piccola necropoli con incinerazioni riuniva le sepolture di quattro generazioni della famiglia dei Fadieni.
Cinque stele affiancate su basamenti lapidei, posti l’uno accanto all’altro, costituivano altrettanti monumenti funerari dietro ai quali si sviluppavano tombe singole o multiple di vario tipo (cassette laterizie, capuccine, fosse con cinerario protetto da anfora) relative a 13 individui. L'impianto funerario, probabilmente attivato nel primo quarto, o poco dopo, del I sec. d.C. (età giulio-claudia: circa 30 d.C.), resta in uso sino all'inizio del secondo quarto del II sec. d.C. (età adrianea: post 128 d.C.).
Il sepolcreto è in diretto riferimento con un'azienda agricola di proprietà della gens Fadiena, che aveva sicuramente il suo punto di riferimento in una villa dotata di tutti i conforts, e doveva estendersi nei pressi di un ramo del Po, non lontano da una via di comunicazione, a giudicare dai carmi sepolcrali che instaurano un dialogo con il viandante trovatosi a passare vicino ai monumenti funerari.


Il primo ad essere eretto fu il monumento di C. Fadienus e di Ambulasia, fatto costruire dai figli. In seguito vi si aggiunsero quelli di C. Fadienus Vegetus morto a 21 anni e di M. Pompennius Valens morto a 23 anni, figli rispettivamente dei fratelli C. Fadienus Repentinus sposato a Cursoria, e Fadiena Terzia, sposata a L. Pompennius Placidus. Segue il monumento del terzo fratello M. Fadienus Massa con la moglie Valeria Secunda. Per ultimo venne innalzato il monumento funebre commissionato da L. Fadienus Agilis, figlio di Massa, e dalla liberta Atilia Felicla per il figlio L. Fadienus Actor, anch’egli morto in giovane età.
Questa sequenza cronologica è confermata dalle caratteristiche formali delle singole stele (dalla decorazione, dai testi e dalle acconciature dei personaggi femminili raffigurati) e dal corredo funebre.
Rispetto alle altre, probabilmente tutte ascrivibili agli stessi artefici, la stele di L. Fadienus Actor si distingue per l'inserimento del busto del giovane defunto entro clipeo e probabilmente va relazionata a un atelier diverso.
La maggior imponenza della stele di M. Fadienus Massa e della consorte, loro dedicata dai figli, è forse in relazione con una più elevata condizione economica di questi defunti.
Una diversa valutazione (Bollini ), basata su considerazioni sia di carattere antiquario che relative all'apparato figurativo porta a distribuire altrimenti nel tempo i monumenti e a interpretare differentemente la genealogia della famiglia. Si conferma come capostipite il monumento di C. Fadienus e Ambulasia, eretto nel giro di pochi anni con quelli di Fadienus Repertinus e dei Pompennii, ritenuti contemporanei. La lapide di di Fadienus Massa, in questa ipotesi riconosciuto come figlio di Repentinus anziché di C. Fadienus, e della moglie Valeria Secunda sarebbe successiva. Ultima, la stele di Fadienus Actor.