loc. Mensa Matelica
Ravenna
struttura abitativa
villa urbano-rustica
ambito culturale romano
secc. I a.C./ V d.C.
Sulla sponda sinistra del fiume Savio, fra il 1927 e il 1957 in seguito a rinvenimenti fortuiti, e nel 1987-1989 in seguito agli scavi eseguiti per il Canale Emiliano-Romagnolo, furono portati alla luce importanti resti relativi ad una villa urbano-rustica di età romana, consistenti in: strutture murarie, un pavimento in mosaico e due in opus spicatum.
Sulla base dei dati di scavo si è supposto che la villa abbia avuto una continuità di vita dal I secolo a.C. al V secolo d.C. con trasformazioni funzionali consistenti.


La villa fu individuata sulla sponda sinistra del fiume Savio, che poi l'ha in parte erosa, ad oriente della Via Dismano. I primi rinvenimenti si ebbero nell'alveo del fiume nel 1927, quando si recuperarono un frammento di statua marmorea raffigurante Apollo e tessere musive colorate. Seguì negli anni 1944-1945 il recupero di una vasca in pietra, anfore e frammenti di incrostazione marmorea. Negli anni 1951-1952, in seguito all'abbassamento del livello di magra del fiume Savio, nella sezione della scarpata fluviale di sinistra, furono notati i resti di una costruzione con vasto mosaico, visibile in sezione per 20 m, sovrapposto a due pavimenti in opus spicatum; si rinvennero inoltre lacerti di pavimenti in laterizi alternati ad altri in cocciopesto, forse pertinenti ad una vasca in marmo per impianto produttivo. E' nota, inoltre, l'esistenza di alcuni gradini in marmo che, utilizzati forse per scendere verso il fiume, giungevano fino al suo asse attuale. Sembra possibile ipotizzare che la villa, con la scalinata di marmo che scendeva verso l'antico letto del fiume, fosse dotata proprio su questa sponda di un prospetto scenografico.
Nel 1957 si effettuarono saggi di scavo che portarono al rinvenimento di uno strato di 1,53 m di spessore, formato da cinque fra pavimenti e gettate di conglomerato sovrapposti e al di sotto uno strato di terra concotta. Il lato nord del pavimento era delimitato da un muro di pezzame laterizio; a maggior profondità si rinvennero tracce di muri laterizi con andamento divergente da quello delle strutture sovrastanti, probabilmente appartenenti ad un edificio di impianto diverso. Nella stessa area, di fronte al podere Cà Rossa II, fu messa in luce negli anni 1988-1989, durante i lavori di scavo per il canale Emiliano-Romagnolo che raggiunsero una profondità di ca. 9 m dal piano di campagna attuale, una struttura muraria lesenata e con fondazioni in sassi di fiume con andamento nord-sud, contraffortata verso ovest, da cui partiva un fognolo per lo scarico delle acque di grondaia verso il fiume. E' probabile che si trattasse di una porzione del muro perimetrale della villa precedentemente individuata. Si scoprì inoltre che il lato opposto del fiume era edificato con un'altra villa, anch'essa impiantata direttamente sulla sponda: si individuarono i resti di un muro, orientato perpendicolarmente al fiume e di un focolare, dunque da identificarsi con parte di una zona rustica.