Sulphur Museo Storico Minerario
Via Montecchio, 20 (c/o cantiere Certino)
Novafeltria

strumenti e accessori
zolfo fusione
cm 20 (a) 28 (la) 64,5 (l)
gr. 50
sec. XX prima metà
n. 00000132
Il pane di zolfo si formava per solidificazione dello zolfo liquido, all'interno della forma costituita dalle quattro lastre di ghisa che gli conferivano una forma rettangolare standard.

trasportare lo zolfo solido
Il pane di zolfo rappresentava il prodotto finito che partiva dalla miniera; di forma e peso standard, era formato nel 'formetto' di ghisa, composto da quattro lastre tra loro incastrate per dare la forma.
Le forme in ghisa erano poste collegate in sequenza, con la prima posizionata sotto la 'morte' ovvero il foro d'uscita e scolo dello zolfo liquefatto che fuoriusciva dal calcarone o dai forni Gill. Le ultime due forme contengono pani di zolfo del peso di circa 50 kg l'uno, le lastre in ghisa presentano dei fori laterali per colare da uno stampo all'altro, le ultime hanno dei tappi di chiusura MM Miniere Montecatini. L'operaio addetto ai pani di zolfo prende il nome gergale di 'abbadatore' ed in particolare nei calcaroni, doveva prestare particolare attenzione a che la 'morte' non s'allargasse con il rischio che lo zolfo colasse da altri punti disperdendosi in terra.