Museo della Marineria
Via Armellini, 18
Cesenatico
legno
fibra vegetale/ canapa
tela
m 3.80 (la) 13.40 (l)
1925 (?)
Trabaccolo da pesca "Barchèt". Nelle zoje è leggibile la data 1925.

L'anno e il cantiere di costruzione di questa imbarcazione presentano un curioso problema di attribuzione, dovuto ad una probabile omonimia e anche alla imprecisione con la quale venivano spesso compilati i documenti di navigazione. La Licenza di navigazione della barca indica infatti come data di costruzione il 1928 e come costruttore il Cantiere Storani di Cattolica (esisteva in realtà un cantiere Giovanni Storoni di Pesaro), che viene indicato in effetti come costruttore di un barchetto con quel nome nella didascalia di una fotografia del 1931 pubblicata da Simonetti, il quale però ne segnala il varo nel 1924. Sulla zoja della barca, invece - una parte che difficilmente viene modificata - è scolpita la data 1925, che corrisponde ad un altro trabaccolo "Raffaele", del tutto simile come dimensioni e stazza, che è presente nell'Elenco di imbarcazioni costruite a Cattolica o appartenenti ad armatori di quel porto pubblicato da Maria Lucia De Nicolò, che indica come costruttore Francesco Ubalducci e data del varo il 3/1/1925, insieme alla stazza netta originaria di 13,98 tonn. E' possibile senz'altro che siano esistiti due trabaccoli da pesca con il medesimo nome, anche con dimensioni abbastanza simili, mentre, assumendo come indicazione più probante quella della data scolpita sulla zoja, risulta più verosimile che il barchetto del Museo della Marineria di Cesenatico sia quello costruito da Ubalducci nel 1925.Nel 1971 l'imbarcazione si trovava in disarmo nel porto di Cervia, dopo 46 anni di attività di pesca; trasferita a Rimini e usata alcuni anni per diporto, nel 1978 fu acquistata e restaurata dall’Azienda di Soggiorno di Cesenatico come primo esemplare del Museo della Marineria. Il barchèt Raffaele è una delle due barche naviganti del Museo della Marineria, e l’ammiraglia, per le sue dimensioni e anzianità di servizio, della flotta di barche tradizionali romagnole. Il motore che la equipaggia attualmente proviene da un altro trabaccolo presente in mostra statica nella Sezione a Terra del Museo della Marineria, il Cidia. Da segnalare che l’imbarcazione è decisamente più nota con il nome di Barchèt, scritto al mascone, conformemente all’usanza del Museo della Marineria di indicare sugli scafi (tranne nel caso del bragozzo San Nicolò) il nome della loro tipologia tradizionale.