MEUS - Museo Europeo degli Studenti
Via Zamboni, 33
Bologna (BO)
ambito bolognese
manoscritto

pergamena,
cartone,
pelle
mm 250 (la) 380 (a)
Misura del codice chiuso
secc. XV/ XVI (1497 - 1516)
n. CS 5431
Statuta o Codice della Natio Germanica. Membranaceo; cc 12, numerate a penna, 7 ff. di guardia, 4 all'inizio, 3 alla fine; bianche 2v,12r-v. Scrittura libraria su due colonne alle cc. 1v-2r, corsiveggiante di mani diverse nelle restanti. Due iniziali miniate e titoli dei capitoli in rosso.
Legatura del 1530 a piatti di cartone ricoperti di pelle, entrambi con più riquadri a motivi ornamentali impressi a secco, angoli, borchie centrali e residui di fermagli di ottone. Su ciascun piatto, anteriore e posteriore, è presente un'iscrizione dorata.
All'interno del piatto anteriore vi è un foglietto con nota anonima datata 1825, un'ex-libris Malvezzi de' Medici e un'etichetta dell'Università di Bologna con la segnatura.
Il manoscritto è esposto aperto, le miniature scelte raffigurano: una, tre dignatari, uno dei quali presenta a quattro studenti un Vangelo per il giuramento; l'altra, sulla destra, rappresenta un procuratore in cattedra, ornata dallo stemma della Nazione Germanica e sei studenti in atto di giuramento (1497).

Miniature: a.c. 1r stemma della Nazione Germanica tenuto dalle figure della Giustizia e della Fortezza, sormontato da un cartiglio con la scritta: In hoc libro haec continentur statuta et privilegia Nationis Germanicae Bononie studentis; a.c. 1v-2r tre dignatari, uno dei quali presenta a quattro studenti un Vangelo per il giuramento; a.c. 2r un procuratore in cattedra, ornata dallo stemma della Nazione Germanica e sei studenti in atto di giuramento (1497). Su queste ultime due miniature è aperto ed esposto il codice.
Contiene: a cc. 1v-2r gli inizi dei Vangeli secondo Giovanni e Luca; a cc. 3r-8v, statuti; a cc. 9r-11v, additiones.

Il codice appartiene all'archivio della nazione germanica dello Studio di Bologna recuperato, nel 1825, dal conte Giuseppe M. Malvezzi de'Medici. Per lungo tempo tale fondo fu conservato nella biblioteca di palazzo Malvezzi dove fu "riscoperto" dal figlio del senatore Giovanni Nerio Malvezzi. Nel 1957, Aldobrandino Malvezzi de' Medici ne fece dono all'Ateneo bolognese "in segno di affetto e reverenza per la nostra gloriosa università".