tavola/ pittura a olio
sec. XVIII (1740 - 1760)
Disgraziatamente Jefte aveva fatto voto, in cambio della vittoria, di sacrificare in olocausto la prima persona che avesse incontrato al suo ritorno trionfale in città.
Alla ignara allegrezza della giovane fa riscontro la costernazione del padre.
L'opera è caratterizzata da un freddo accordo cromatico di azzurri, bianchi e verdi, riconducibile al tardo barocchetto bolognese, in unione a una certa derivazione veneta, per la vivacità e scioltezza cromatica, e ancora un dichiarato ossequio ad alcune soluzioni più propriamente accademiche.
La tela si accompagna ad una di dimensioni uguali che rappresenta, sempre un episodio biblico, cioè "Daniele discolpa Susanna", entrambe furono attribuite a "ignoto pittore del Settecento", ed in seguito con felice approssimazione a "pittore emiliano della metà del Settecento".
Le due tele mostrano una certa affinità con l'opera di Nicola Bertuzzi, allievo di Bigari, con esiti non dissimili da quelli del giovane Giacomo Zampa, altro allievo del Bigari.