tavola/ pittura a olio
sec. XVIII (1740 - 1760)
L'opera è caratterizzata da un freddo accordo cromatico di azzurri, bianchi e verdi, riconducibile al tardo barocchetto bolognese, in unione a una certa derivazione veneta, per la vivacità e scioltezza cromatica, e ancora un dichiarato ossequio ad alcune soluzioni più propriamente accademiche.
La tela si accompagna ad una di dimensioni uguali che rappresenta, sempre un episodio biblico, cioè "La figlia di Jefte", entrambe furono attribuite a "ignoto pittore del Settecento", ed in seguito con felice approssimazione a "pittore emiliano della metà del Settecento".
Le due tele mostrano una certa affinità con l'opera di Nicola Bertuzzi, allievo di Bigari, con esiti non dissimili da quelli del giovane Giacomo Zampa, altro allievo del Bigari.