Patrimonio culturale dell'Emilia-Romagna

La piccola tela mostra la testa del Cristo, incoronato di spine, che rivolge uno sguardo pietoso verso l'alto.
Il taglio della figura al di sotto delle spalle concentra l'attenzione di chi guarda tutta nell'intensità di quegli occhi, illuminati da un tocco di luce nella pupilla e in quella bocca sofferente semiaperta, che crea nel riguardante un forte senso di patetismo.
I colori sono tenui e delicati, ricercati nelle diverse tonalità della terra di Siena e dei bruni, contrasti solamente nell'aureola di luce che incornicia il capo del Cristo.
Complessivamente, in confronto al modello reniano, l'attitudine appare più languida e la pennellata meno incisiva.

L'opera nel testamento viene assegnata alla mano di Guido Reni, attribuzione che viene rifiutata dal Ragghianti, che preferì definirla come copia di bottega, seppure di buone qualità, successivamente anche Sorrentino e Barbanti Grimaldi affermano l'ipotesi suddetta.