Civica Pinacoteca Il Guercino
Via G. Matteotti, 16
Cento (FE)
ambito toscano (?)
dipinto

tavola/ pittura a olio
cm 102 (la) 127 (a)
sec. XVII (1613 - 1620)
n. 0442
La tela mostra un tenero momento fra la Vergine e il bambino; intorno a questo nucleo centrale si inseriscono, nella sacra conversazione, il San Giovannino che indica al riguardante in quale direzione convogliare l'attenzione, e la Santa Elisabetta che partecipa silenziosa e sommessa, quasi in ombra, a questo quadretto famigliare.
Il Bambino, rispetto gli altri personaggi, desunti più o meno fedelmente da opere di altri artisti, si distingue da quelle astratte fisionomie per una resa più naturalistica e affettuosa.
Sullo sfondo a sinistra si apre un piccolo ritaglio di paesaggio, con una casupole seminascoste tra macchie di cespugli e piccoli alberelli svettanti, che ricalca una tipologia molto divulgata nella pittura del primo Cinquecento.


La tela non ha una provenienza certa, venne studiato per la prima volta dal Ragghianti nel 1943, poi dall'Atti che ne sottolinea l'origine sartesca della composizione e suggerisce di riconoscerne l'autore in un ferrarese del XVI secolo.
E' il giudizio critico più approfondito finora espresso sul dipinto, che viene in seguito velocemente elencato come "Ignoto sec. XVI" da Sorrentino, come "Copia da Andrea del Sarto" da Barbanti Grimaldi e come "Ignoto pittore toscano del sec. XVI" da Gozzi.
Se fosse una copia di Andrea del Sarto non se ne conoscerebbe il prototipo, si deve, quindi, rilevare l'amalgama di citazioni rielaborate sulla tela secondo i modi del pittore fiorentino.
La figura del S. Giovannino è desunta dalla "Madonna dell'impannata" di Raffaello, la S. Elisabetta deriva puntualmente dall'ovale sartesco del Louvre, la Vergine riecheggia la perduta "Madonna del Tabernacolo" di Borgo Pinti, una delle opere più celebri e copiate di Andrea del Sarto.