Civica Pinacoteca Il Guercino
Via G. Matteotti, 16
Cento (FE)
Barbieri Giovanni Francesco detto Guercino
1591/ 1666
dipinto

tela/ pittura a olio
cm 104 (la) 135 (a)
sec. XVII (1629 - 1629)
n. 0021
Dipinto di grande importanza nel curriculum del Guercino, in quanto testimonia una nuova fase: l'inizio di una transizione artistica dalla giovinezza tutta volta al naturalismo, verso una maturità più classica.
Quest'opera capitale mostra una giovane Madonna che tiene dolcemente sollevato il Bambino in atto di benedire.
La tela mostra uno spazio pittorico calcolato con estrema raffinatezza e precisione; sono state abbandonate le complesse procedure di composizione, presenti nei quadri realizzati prima del viaggio romano, ora, la collocazione delle figure è in primo piano e il rapporto con lo spazio è così definito precisamente. Questo profondo studio sui piani della composizione rivela un grande studio da parte del pittore e conferisce al quadro una grande scenograficità e idealizzazione.
Bellezza e raffinatezza dei protagonisti ben definiti e articolati, scambio di affettuosità quotidiana ma aristocratica, questi gli ingredienti basilari della tela.
I movimenti dei soggetti sono lenti e quasi impercettibili., mentre la luce è un medium per evidenziare il simbolismo delle immagini e non più il naturalismo di queste, non più per frantumare le forme ma per meglio evidenziarne la solidità.
La luce penetra da quella finestra curiosamente rotta alle loro spalle, lasciando intravedere un lembo di cielo,  avvolge le figure in un'atmosfera di serena e armoniosa spiritualità che pare colloquiare a distanza con il percorso di Guido Reni, nonostante sia ancora riconducibile a quel sostrato naturalistico; ma oltre a questa fonte, le figure sono colpite frontalmente da una luce più teatrale e barocca che determina la morbidezza dell'incarnato, soprattutto del Bambino.


Baruffaldi cita l'opera ma erroneamente descrive il Bambino reggente una rosa invece che nell'atto di benedizione.
Successivamente anche Goethe rimase colpito, nel suo Viaggio in Italia, da questa tela e la descrive così: "Maria che accompagna il bambino al braccio, in piedi innanzi a lei e rivolto a chi guarda, nell'atto di benedire con le dita alzate. Pensiero felice nello spirito della mitologia cattolica".
Opera capitale nel percorso artistico del pittore in quanto compiuto dopo il viaggio a Roma del1623 su invito del cardinale Ludovisi, determinando un cambiamento radicale e profondo, creando nuovi presupposti estetici radicalmente diversi dai precedenti: uno stile meno "barocco" e più "classico".