Le Royal Louis (Il Gran Luigi/ Il San Luigi)

Museo di Palazzo Poggi
Via Zamboni, 33
Bologna
Tipo: vascello I rango, I ordine
Categoria: nautica
legno/ intaglio/ pittura, corda, stoffa, ferro, oro/ laminazione
cm 190 (a) 46 (la) 165 (l)
sec. XVII
1692 - 1732
n. NANAVI 100
Modello in scala della nave ammiraglia francese “Le Royal Louis“, costruita a Tolone nel 1692 da Francois Coulomb.Siamo in presenza di un modello di vascello da guerra di 1 rango e 1 ordine a tre ponti con 104 cannoni.Le file longitudinali delle bocche da fuoco sono quattro per ogni fiancata compresa una fila disposta in parte sul cassero, in parte sul castello di prora, mentre la parte prodiera è difesa da dieci cannoni; altri quattro portelli (portelli di ritirata) sono collocati ai lati della losca nel granforno di poppa. Gli affusti dei cannoni sono prodotti serialmente, varia unicamente la dimensione di quelli dell’ultima fila, che appare più ridotta.
Lo scafo è a sezione stellata,l’opera viva è bianca, una fascia più scura delinea il bagnasciuga, mentre la murata è di colore rosso cupo.In questa si aprono due file di martelletti che scoprono i portelli dei cannoni; le file rimanenti di bocche da fuoco, poste sull’impavesata sbucano da portelli, senza mantelletti, orlati da gigli di Francia e da un bordo entrambi dorati.L’impavesata è impreziosita da una serie di decorazioni a racemi in oro eseguiti a pennello, da gigli di Francia e da una testa di leone scolpiti in legno e dorati. La testa di leone funge da foro passacavo per la scotta di maestra. Sull’impavesata corre una battagliola che protegge il listone d’impavesata.Sopra la coperta sono altri ponti parziali o sovrastrutture: il castello di prora, il cassero ed il casseretto che è il ponte più elevato del vascello.I ponti sono coperti da fasciame a tavole dritte; il primo ponte e il cassero sono attraversati in lunghezza da un unico carabotino. L’imponente alberatura formata da trinchetto, maestro, mezzano e bompresso è armata a vele quadre.Sull’albero di mezzana, oltre alla vela quadra di gabbia, è montata una vela latina.Sul bompresso compare un albero addizionale (parrocchetto) con vela quadra di civada.Lungo la fiancata all’altezza della terza fila di cannoni, spiccano tre parasartie alle quali sono fissate le tre sartie principali della nave.Sulla prua le serpe e lo sperone sono decorate da sirene a tutto tondo in legno intagliato e dorato.Le ancore sono appese alle murate vicino allo sperone di prua da entrambi i lati.La più grande (ancora di maestra o di speranza) è appesa a dritta.A sinistra ne sono appese tre, una di media grandezza (ancora d’ormeggio) e due piccole a coppia (ancore di tonneggio).Tutte hanno il fuso e le marre in ferro mentre il ceppo è in legno.Gli argani sono due: uno grande situato sul carabotino del cassero ed uno piccolo sul carabotino del primo ponte.Entrambi sono privi di aspe e quindi in assetto di navigazione.
Poppa quadra a struttura ad arcaccia con tre ordini di finestre e due di balconate che s’allargano sulle fiancate nelle due “bouteilles“ o giardinetti sostenute dalle mensole.Tutta la poppa è intagliata in legno colorato di rosso mentre le figure e gli stemmi sono dorati.Fra i motivi a fogliame che ornano il coronamento del cassero spiccano due delfini.Il quadro è sorretto da due sirene a tutto tondo, altre sei sirene a tutto tondo, altre sei sirene di dimensioni più piccole, inframezzate a colonnine tortili, reggono la balconata della Gran Camera.Nel quadro di poppa compare in bassorilievo lo stemma francese contornato da piccoli gigli di Francia dorati.Il nome della nave, in oro su campo azzurro, e intagliato nella facciata dello scudo.Nel gran forno di poppa, sopra i portelli di ritirata, vi sono due aperture che riproducono le finestre della camera del capocannoniere e della camera dello scrivano.I fanali di coronamento sono tre: anche questa caratteristica connota la Royal Louis come modello di nave ammiraglia.Sono tutti a gabbia e terminano con una corona dorata;quello al centro è più grande ed è sormontato dall’asta portastendardo.Il timone è alla navaresca, presumibilmente a barra.Sono ancora intatti il rovescio e la miccia, manca l’asse del timone cioè quell’elemento che collega la parte immersa con la barra.


La galleria delle navi del Museo di Palazzo Poggi comprende dieci modelli di navi costruiti tra la fine del XVI secolo e gli inizi del XIX. Tra questi beni si conserva anche Le Royal Louis, prestigioso capolavoro dell’arte modellistica.
La galleria odierna ripropone la collezione della Camera della Geografia e della Nautica dell'antico Istituto delle Scienze, stanza creta nel 1724 grazie ad una donazione del marchese Marcantonio Collina Sbaraglia (1681/1744), nella quale confluirono carte geografiche, strumenti nautici e modelli in scala ridotta di vascelli e navigli.
Con l'avvento della Riforma napoleonica, nel 1802 i materiali vennero trasferiti all'Osservatorio astronomico della Specola, facente parte dello stesso complesso architettonico dove aveva sede l'istituto, Palazzo Poggi.
In seguito, nel 1896, l'intera raccolta dedicata alla Geografia e alla Nautica, venne spostata ai Musei Civici di Bologna, dove rimase nascosta nei depositi, sino alla sistemazione nel 1937, presso il Rettorato dell'Università.
Dal 2000, anno di apertura del museo, i modelli sono ritornati alla loro sede originaria, a Palazzo Poggi.
Il vascello in esame giunse all’Istituto delle Scienze nel 1732, donato da Giovanni Andrea Doria del Carretto (1666-1742), duca di Tursi, militare e marinaio; successivamente nel 1734, sulle vele, vennero dipinte le quattro armi dell’impresa ducale da Giovanni Battista Alberoni (1703/1784).Inoltre l'inventario del Gabinetto Astronomico dell'Università Pontificia, datato 1843, annovera la nave tra i reperti conservati.
I danni provocati al bene dall’ultima guerra richiesero un restauro effettuato nel 1950, successivo a quello veneziano del 1930.
Il modello navale è databile tra il 1692, anno di costruzione del vascello francese a Tolone, Le Royal Louis (dal quale è copiato il bene), ed il 1732, quando entrò a far parte delle raccolte dell'Istituto delle Scienze, in seguito alla donazione del duca di Tursi.

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