Museo Civico di Modena
Largo Porta S.Agostino, 337
Modena (MO)
Zoboli Giacomo
1681/ 1767
dipinto

tela/ pittura a olio
cm 49,7 (la) 98 (a)
sec. XVIII (1745 - 1745)
n. 66
Si tratta del bozzetto preparatorio per la pala tuttora sul secondo altare a destra della chiesa di Santa Maria della Pace a Brescia, firmata e datata 1745 (PASSAMANI 1981, pp. 104-105 n. 33). Dai documenti conservati presso l’archivio della chiesa bresciana, si trae la notizia che la commissione della pala, destinata a figurare sull’altare della cappella edificata dal nobile Pietro Emanuele Martinengo Colleoni, era stata in un primo momento affidata a Sebastiano Conca; questi ne aveva chiesto però un compenso di 450 scudi romani, giudicato troppo alto dalla Congregazione della Pace. Una controfferta di 300 scudi era stata rifiutata dal pittore gaetano e si era allora interpellato un non meglio identificato artista di Verona, per poi rivolgersi, su consiglio dell’amico Francesco Monti, a Giacomo Zoboli, noto a Brescia per aver eseguito l’Assunta per il Duomo Nuovo (1732- 1735). Contattato a Roma egli si era detto disposto a eseguire il dipinto per la somma di 300 scudi e a sottoporre al giudizio della Congregazione più modelli: la scelta cadde evidentemente su quello qui considerato, visto che esso non presenta modifiche di rilievo rispetto al dipinto finito (l’unica apprezzabile variante consiste, in quest’ultimo, nell’assenza del libro aperto e del giglio ai piedi del santo). Col dipinto di Brescia è stato posto in relazione un foglio in collezione privata a Roma contenente uno studio di panneggio per la figura del santo inginocchiato e, nel verso, una prima idea per l’angelo in ombra sulla sinistra (GUERRIERI BORSOI 1984, n. 63). Altri disegni sono comparsi sul mercato romano (L’Arcadia, 23/29 maggio 1983, n. 493), mentre uno con l’intera composizione, giudicato copia dal dipinto finito dalla Borsoi, si conserva nel Gabinetto Nazionale delle Stampe di Roma (inv. F.C. 124797). Un’efficace lettura stilistica del dipinto e del modello, che stranamente Ragghianti (1939) giudicava di Antonio Consetti, è stata proposta dalla Mezzetti (1979), che vi ha notato composti echi dal classicismo romano, tali da richiamare il San Filippo Neri (Firenze, Palazzo Pitti) e la pala della Vallicella di Carlo Maratta.