Ravenna
sito pluristratificato
area urbana
ambito culturale romano e bizantino
secc. III a.C./ X d.C.
Centro fra i più importanti della Regio VIII, Ravenna è una delle pochissime città del mondo antico ad aver assunto per più volte volte il ruolo di capitale: dapprima, dell’impero romano d’Occidente (402 – 476 d.C.), poi del Regno degli Ostrogoti (493 – 553 d.C.) e infine dell’Esarcato dipendente dall’Impero bizantino (VI-VIII sec.d.C.).

L’antichità di Ravenna, come insediamento sorto ben prima dell’età romana, è testimoniata dalle fonti stesse che, oltre a richiamarsi ad origini mitiche, fanno riferimento ad un’occupazione territoriale da parte di popolazioni umbre, quelle stesse che al tempo degli etruschi occupavano gran parte della Romagna.

La romanizzazione della città, non legata ad un preciso processo di colonizzazione, ma certamente spiegabile proprio in funzione dell’efficienza del porto e della presenza, alle spalle dell’abitato, di ampi bacini lagunari adatti anche a grandi natanti, si colloca alla fine del III sec. a.C., quando viene iniziata la costruzione di un circuito murario difensivo che racchiude la cosiddetta Ravenna “quadrata”, dal perimetro quadrangolare, caratterizzata da un ordito viario e fognario ortogonale.

La scelta compiuta da Augusto di stabilire a Ravenna la sede della flotta imperiale a controllo dell’intero Mediterraneo orientale, decretando così il decollo della città, è strettamente connessa alle peculiarità del sito e alla vastità del porto lagunare che poteva offriva riparo a oltre 250 trireme armate. Queste caratteristiche erano state precedentemente sfruttate in più occasioni, la più celebre delle quali è costituita dai preparativi ravennati di Cesare prima del passaggio del Rubicone.

Dopo un periodo di decadenza subito nel corso del IV sec. in seguito al ritiro della flotta e al progressivo interramento del porto, agli inizi del V sec. lo spostamento della capitale da Milano a Ravenna voluto da Onorio, che la considerava meglio difendibile in quanto circondata da paludi ed accessibile solo dal mare, segna l’inizio di un nuovo rinascimento per la città, ancor più propiziato dalla venticinquennale reggenza di Galla Placidia.

Un secondo periodo di straordinario splendore è raggiunto da Ravenna quando sul finire del VI sec. Teodorico si impadronisce della città dopo aver sconfitto Odoacre.

Nella seconda metà del VI sec. con la salita al potere di Giustiniano e l’unificazione degli Imperi d’oriente e occidente seguita alla guerra greco-gotica, Ravenna conosce un ultimo periodo di magnificenza urbanistica dopo essere pienamente entrata nell’orbita bizantina.

Gli otto monumenti dichiarati dall'Unesco "Patrimonio dell'Umanità" costiuiscono la tangibile testimonianza del glorioso e straordinario passato della città .


La dislocazione su una serie di dossi sabbiosi, più all’interno dell’attuale linea di costa, l’affaccio diretto su un’ampia zona lagunare interna ove il mare entrava in comunicazione con il complesso idrografico Po-Reno impostato sul Padenna e sugli affluenti Flumisello e Lamisa, hanno certamente favorito una precoce frequentazione dell’area (fra VI e IV sec. a.C.) in cui sono state riconosciute primarie componenti umbre ed etrusche, ma anche interessi venetici e, soprattutto, greci. Anche se non strutturata in modo regolare, a causa della sua situazione geo-topografica e della dominanza dell’elemento acqueo, la Ravenna protourbana del IV sec. a.C. fu quindi un vero e proprio caposaldo portuale del sistema commerciale endolagunare poggiante anche sui centri di Adria e Spina.

Interramenti, apporti fluviali, subsidenza, necessità costruttive di una città dalla storia millenaria più volte scelta come capitale, rendono complessa la lettura del tessuto urbano ravennate, specie per la fase tardo-repubblicana e proto-imperiale, ancora poco nota. Maggiori conoscenze si hanno sulla monumentalizzazione della città, in conseguenza dello stanziamento della flotta militare, attuata da Augusto stesso e dall’imperatore Claudio.

Fra gli interventi più importanti si annoverano la realizzazione del porto e il suo collegamento al mare attraverso un canale artificiale - lungo il quale si formerà Classe, uno dei due sobborghi ravennati insieme al meno importante Cesarea - la creazione della Fossa Augusta (via d’acqua artificiale che metteva in collegamento Ravenna con la laguna veneta), la costruzione della Port’Aurea (arco onorario, poi inserito nella cinta muraria) come nuovo accesso urbano attraverso il porto, la deviazione entro città della via Popilia, originariamente tutta extraurbana .

Dei molti edifici pubblici citati dalle fonti letterarie ed epigrafiche (un tempio a Nettuno, una Basilica Herculis, un circo, una scuola gladiatoria, alcuni edifici termali, un Caesareum e un anfiteatro a Classe) forse solo una struttura templare da identificarsi con il Capitolium è stata individuata sotto la chiesa di S. Domenico. Di piena età imperiale, su iniziativa di Traiano, è anche la costruzione dell’acquedotto, del quale alcuni piloni sono tuttora visibili nel letto del Montone a sud della città.

Meglio conosciuta è l’edilizia privata attraverso l’esplorazione dei resti di varie abitazioni, spesso dotate di ambienti mosaicati: domus adrianea di via D’Azeglio, domus sotto Santa Croce, domus fra S. Vitale e Mausoleo di Galla Placidia, domus della Banca Popolare, domus della Cassa di Risparmio.

L'elezione della città a capitale dell'impero romanod'occidente imprime una importante svolta urbanistica e apre le porte ad una nuova stagione di edificazioni pubbliche. Sorgono i palazzi imperiali e i primi edifici di culto cristiani, fra i quali la basilica Ursiana, il battistero Neoniano, il palazzo vescovile, alcune chiese importanti, il celebre Mausoleo di Galla Placidia. La Fossa Augusta viene tombata e sopra di essa si costruisce la strada principale della città (Plateia Maior). Il quartiere imperiale occupa nuovi spazi al di là della Fossa, un tempo destinati ad aree cimiteriali.

Durante il suo regno, Teodorico attua a propria volta una serie di interventi di risistemazione e di ripristino che hanno per oggetto l’acquedotto traianeo, la rete stradale e il porto, ricavato dall’antico canale portuale romano. Si dà inizio alla costruzione del palazzo reale, a cui è unita come cappella l’attuale chiesa di S. Apollinare Nuovo. A nord della città prende forma un nuovo quartiere ove vengono eretti diversi edifici dedicati al culto ariano professato da Teodorico come la Cattedrale e il Battistero. Il re goto si fa edificare anche un Mausoleo fuori della cinta muraria nell’ambito della necropoli utilizzata dalla sua gente.

L'ultima fase di fervore urbanistico, che lascia tracce indelebili nel tessuto della città e consegna in eredità ai secoli futuri gli imperituri monumenti ravennati, coincide con il regno di Giustiniano. La presenza di personaggi influenti della corte imperiale come Giuliano Argentario e l’impegno della chiesa ravennate sono infatti gli elementi propulsori di una nuova fase edilizia che vede importantissime realizzazioni come la chiesa di S. Vitale e la basilica di S. Apollinare in Classe e la ristrutturazione dei palazzi imperiali.