Viaggio nei siti archeologici della provincia di Ravenna
Ravenna
Longo
2003
Bologna
Costa
1992
1990
pp. 272-274
Bologna
Regione Emilia-Romagna
1990
p. 259
Imola
Univerity Press
1980
pp. 172-174
Bologna
1980
p. 251
Faenza
F.lli Lega
1971
pp. 99-100
Brisighella
villa rustica
secc. I/ VI d.C.
L’edificio va con ogni probabilità identificato con una villa rustica dotata di impianti produttivi (come indica la presenza di una fornace, ei dolii), sorta verosimilmente in età augustea, frequentata per i primi tre secoli dell’impero, e con maggior intensità dall’inizio del IV fino al V-VI sec. d.C.
La sovrapposizione di diverse strutture murarie fa pensare ad una successione di due fasi principali dell’edificio. La più antica consiste in una serie di ambienti, chiusa a nord da un muro lesenato ed articolata forse attorno ad un cortile con peristilio pilastrato. Le fondazioni dei muri in questa prima fase sono in sassi e arenaria.
Nella fase successiva, tutto il complesso mantiene lo stesso orientamento e il muro lesenato a nord, ma viene rialzato di quota, obliterando parte delle strutture precedenti, ed è ampliato ad ovest con nuovi ambienti, anch’essi chiusi nella parte posteriore da un muro lesenato. Il peristilio centrale rimane presumibilmente in uso. I muri di questa seconda fase sono esclusivamente costruiti in materiale fittile: mattoni, embrici e pezzame laterizio.
A sud delle strutture conservate si disponeva una serie di terrazzamenti, contenuti da murature in mattoni ed in ciottoli, mentre ad un centinaio di m da questi corpi di fabbrica furono rinvenuti alcuni dolii e le tracce di una fornace per laterizi o ceramica. Ulteriori strutture, appartenenti al medesimo complesso furono scoperte nelle immediate vicinanze, così come un tratto di basolato stradale.
Oltre che verso la strada ed il fondovalle, l’edificio si estendeva verso sud con un grande spazio aperto, mentre la parte nord resta ancora non riconoscibile. Lavori di controllo a ca. 500 m, a nord del complesso scavato, hanno messo in luce un muro lesenato isolato, perpendicolare alla strada antica e con le lesene rivolte verso nord: potrebbe trattarsi anche del muro di confine o del podere o dell’edificio stesso.
Le murature in mattoni sesquipedali si estendevano per una lunghezza di m 60. I pavimenti erano in opus spicatum anche sovrapposti, con mattoncini di diverse dimensioni (m 0,10x0,08x0,04; m 0,13x0,05x0,04; m 0,11x0,05x0,045).
Fra i vari ambienti, presenta particolare interesse un’ampia stanza intonacata, con pavimento in opus spicatum e una grande soglia in arenaria (m 2x0,58x0,14) con bordo rilevato su uno dei lati lunghi e sui due corti, posta in piano.
In situ si sono rinvenuti inoltre quattro grandi dolii di 1,60 m di diam. ca., seminterrati e restaurati in alcuni punti con grappe di piombo.
Fra i materiali rinvenuti si segnalano: frammenti di anfore, di vasi rustici, di una coppetta a vernice nera di tipo campano e di lucerne; oggetti in ferro, aghi e punteruoli in osso, due pani di piombo; un pendaglio in oro, due globetti di pasta vitrea azzurra; 104 monete.