Museo del Risorgimento "A. Saffi"
Corso Garibaldi, 96
Forlì (FC)
manifattura italiana (?)
taccuino

carta,
tela ricamata
mm 160 (la) 110 (a)
sec. XIX (1860 - 1867)
n. 37/III
Taccuino di Achille Cantoni, senza annotazioni, in tela ricamato a giorno con perline e filo recante su un lato le iniziali: "A.C." e sull'altro una croce e un porta matita in metallo.

Forlì 1835-Mentana 1867. Laureato in giurisprudenza all'Ateneo di Siena fu per alcuni anni a Firenze a far pratiche legali presso lo studio di Adriano Mari, futuro ministro e presidente della Camera. Nel 1859 andò volontario nell'esercito e vi ebbe il grado di sergente nel 19° Fanteria, poi di tenente per decreto del Governo delle Romane, quindi incorporato nell'Esercito Sardo come luogotenente del 3° Granatieri. Ritornò in patria reduce dalle campagne di guerra del '59 e del '60. Nel 1866 andò con il cugino Alessandro Fortis nel Trentino con Garibaldi promosso maggiore sul campo per atti di valore. Con grado di colonnello fu l'anno dopo al comando della IV Colonna Volontari Italiani per la campagna dell'Agro Romano dove cadeva da eroe. Garibaldi nel romanzo Cantoni il Volontario, Milano, 1870, in apertura del I capitolo scrive:
"Bello come l'Apollo di Fidia, come Milone di Crotone robusto, Cantoni il coraggioso volontario di Forlì destava l'ammirazione universale degli uomini quando alla testa dè suoi militi assaltava il nemico d'Italia, e quello delle donne- e le donne si che sanno apprezzare il bello e valoroso uomo. Sulle donne dunque egli esercitava quel delizioso fascino contro non vorrebbero le gelose mura degli harem.". Grande l'ammirazione e sincera per l'"Achille Italico", combattente alla difesa di Roma ove non fu, prigioniero nel Forte di San Leo nemmeno, quindi il narrato frutto di fantasia dal principio alla fine dove Ida, l'amata sempre rimasta al suo fianco muore con lui a Mentana nell'estremo abbraccio.