Orme nei campi: archeologia a sud di Ravenna. Atti della giornata di studi sui recenti rinvenimenti archeologici nel territorio Decimano (San Pietro in Campiano, Ravenna, 2006)
Borgo S. Lorenzo
All'insegna del Giglio
2008
Viaggio nei siti archeologici della provincia di Ravenna
Ravenna
Longanesi &C./ Finarte
2003
In agro decimano. Per un catalogo del patrimonio storico archeologico del territorio a sud di Ravenna
Ravenna
Montanari
2000
In agro decimano. Per un catalogo del patrimonio storico archeologico del territorio a sud di Ravenna
Ravenna
Montanari
2000
Ravenna
Longo
1968
pp. 53-54, n. 32,A
Faenza
F.lli Lega
1953
Ravenna
villa urbano-rustica
secc. I/ III-IV d.C.
Nel 2002, sondaggi effettuati sullo stesso terreno, hanno evidenziato la presenza di due pavimenti in cocciopesto con crustae e tessere musive, negli ambienti adiacenti. La villa comprendeva anche ambienti di servizio, solo individuati, di cui faceva parte una vasca.
Si sono rinvenute inoltre due basi da pilastro in mattoni, con in testa un blocco di marmo rosso di Verona, forse pertinenti ad un porticato.
Al di sopra degli strati di abbandono dei pavimenti dell’edificio di prima epoca imperiale, i sondaggi hanno rivelato alcuni resti di vespai di fondazione.
Questo dato testimonia una continuità abitativa dell’area nel periodo tardoantico, confermata anche dal rinvenimento di tre sepolture a inumazione, due con copertura alla cappuccina ed una in cassa di laterizi, che si inquadrano intorno al III-IV secolo d.C.
Il pavimento musivo riaffiorato nel 1951 si collocava alla distanza di 15 m dal ciglio sud della strada comunale, ad una profondità dal piano di calpestio di 1,35 m. Il lacerto presentava sul lato est un muro in mattoni con tracce di intonaco ed aveva un orientamento corrispondente agli assi centuriati della zona. La decorazione musiva era costituita da un motivo ad esagoni contenenti stelle a otto punte e il pavimento era perimetrato da un’ampia fascia a liste alternativamente bianche e nere con treccia bianca.
I sondaggi del 2002 hanno confermato la presenza del già descritto pavimento musivo, con una piccola porzione forse relativa al bordo. I pavimenti in coccio pesto individuati nella medesima occasione erano delimitati da muri in sesquipedali e affrescati, asportati in antico fino alle fondazioni: sul bordo di via Abbadia è stata infatti parzialmente svuotata una fossa da butto quasi completamente riempita da frammenti di intonaco dipinto, anche di notevole livello, provenienti da questi ambienti. In particolare, su alcuni di essi, a fondo rosso scuro, si incontra un motivo a penne di pavone in azzurro, bianco e verde.