FONTE
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AutoreAnonimo Ruiense
Titolo operaVita Gildae
AnnoIX sec. d.C.
Periodoetà anglo-sassone
EpocaAlto Medioevo
Noteed.: T. Mommsen (ed.), Chronica minora saec. IV, V, VI, VII, vol. 3, Berlin 1898 (rist. anast. Muenchen 1981), pp. 91-106.
PASSO
Localizzazione14
Testo originaleTunc beatus Gildas Ravennam abiit gratia orationis beati Apollinaris. Cum autem appropinquaret portae civitatis, occurrit ei quidam caecus et mutus, quem ductor manu trahebat, ipse autem tabulam percutiebat malleolo ob significationem eleemosynae quaerendae. Quem videns beatus Gildas misericordia motus coepit flere et postulans deferri sibi aquam, benedixit sparsitque super faciem caeci. Deo itaque donante lumen recepit et accipiens sal similiter benedixit misitque in os eius. Statim quoque loquutus est benedicens Deum et beatum virum magnificans, qui tantam sospitatem ei contulerat.
TraduzionePoi il beato Gilda giunse a Ravenna, per il favore della preghiera al beato Apollinare. Ma mentre si stava avvicinando alla porta della città, gli venne incontro un tale, cieco e muto, che un aiutante guidava per mano, il quale picchiava una tavola con un martelletto a far capire che chiedeva l’elemosina. Vedendolo, il beato Gilda, mosso dalla misericordia, iniziò a piangere e, chiedendo che gli si portasse dell’acqua, la sparse sul volto del cieco. Così grazie all’intervento di Dio ricevette la luce, e prendendo del sale ugualmente lo benedisse e lo mise nella sua bocca. Immediatamente prese a parlare benedicendo Dio e magnificando l’uomo beato, che gli avevo portato tanta salute.
Note566/568 d.C., ma l'autenticità dell'episodio è dibattuta.
COMPILAZIONE
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Data2011
NomeAssorati G.

ultima modifica: 20/01/2021
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