FONTE
FONTE
AutoreManilio
Titolo operaAstronomica
Annoinizio I sec. d.C.
Periodoetà giulio-claudia
EpocaAlto Imperiale
Noteed.: E. Flores (ed.), Il poema degli astri, 2 voll., Milano 1996-2001 (trad.: R. Scarcia).
PASSO
LocalizzazioneIV, v.560-567
Testo originaleNec non Arcitenens, prima cum veste resurgit, / pectora clara dabit bello, magnisque triumphis / conspicuum patrías victorem ducet ad arces, / altaque nunc statuet nunc idem moenia vertet. / Sed nimium indulgens rebus Fortuna secundis / invidet in facie saevitque asperrima fronti. / Horrendus bello Trebiam Cannasque lacumque / ante fugam tali pensabat imagine victor.

TraduzioneAnche l'Arciere, quando rispunta col lembo anteriore del mantello, produrrà cuori gloriosi in guerra, e di grandi trionfi insigne condurrà il vincitore alle rocche della patria e ora alte mura costruirà, ora ne spianterà egli stesso. Ma la Fortuna, troppo indulgente nel favorirne le imprese, gl'invidia l'aspetto e infierisce con gran crudeltà sul suo volto. Spaventevole in guerra, Trebbia e Canne e il lago prima della sua rotta il vincitore compensava con tale deformazione.
NoteBattaglia del Trebbia: 218 a.C.
PASSO
LocalizzazioneIV, vv. 595-627
Testo originaleIpsa natat tellus pelagi lustrata corona / cingentis medium liquidis amplexibus orbem, / inque sinus pontum recipit, qui vespere ab atro / admissus dextra Numidas Libyamque calentem / alluit et magnae quondam Carthaginis arces, / litoraque in Syrtes revocans sinuata vadosas / rursum usque ad Nilum derectis fluctibus exit. / Laeva freti caedunt Hispanas aequora gentes / teque in vicinis haerentem, Gallia, terris / Italiaeque urbes dextram sinuantis in undam / usque canes ad, Scylla, tuos avidamque Charybdin. / Hac ubi se primum porta mare fudit, (aperto) / enatat Ionio laxasque vagatur in undas / et prius in laevam se fundens circuit omnem / Hadriaco mutatum nomina ponto, / Eridanique bibit fluctus; secat aequore bellum / Illyricum, Epirumque lavat claramque Corinthum / et Peloponnesí patulas circumvolat oras; / rursus et in laevum refluit vastoque recessu / Thessaliae fines et Achaica praeterit arva. / Hinc penitus iuvenisque fretum mersaeque puellae / truditur invitum, faucesque Propontidos artas / Euxino iniungit ponto Maeotis et undis, / quae tergo coniuncta manet fontemque ministrat. / Inde ubi in angustas revocatus navita fauces / Hellespontiacis iterum se fluctibus effert, / Icarium Aegaeumque secat laevaque nitentis / miratur populos Asiae totidemque tropaea / quot loca et innumeras gentes Taurumque minantem / fluctibus et Cilicum populos Syriamque perustam / ingentique sinu fugientis aequora terras, / donec in Aegyptum redeunt curvata per undas litora Niliacis iterum morientia ripis.
TraduzioneQuanto alla terra, galleggia sull'Oceano, che le forma d'attorno una corona cingendo il globo al centro in un liquido abbraccio, e accoglie nel suo seno il mare, che dal grigio Occidente immessovi, bagna alla sua destra i Numidi e la Libia bollente e le muraglie di Cartagine un tempo possente, e fa ritrarre le coste curvandole a formare le secche delle Sirti, poi di nuovo ne esce verso il Nilo con flusso rettilineo. A sinistra i marosi battono le popolazioni ispane e te, Gallia, che vi confini con il contiguo territorio, e le città dell'Italia, che s'insinua verso le acque di destra fino ai tuoi cani, Scilla, e al risucchio di Cariddi. Per questa porta non appena il mare si riversa, nell'aperto Ionio dilaga e vi si spande in larghe volute di flutti. E prima allargandosi sulla sinistra, completa il perimetro dell'Italia, mutato il nome in Mare Adriatico, e beve le correnti di Eridano; raggiunge distendendosi la guerra d'Illiria e dilava l'Epiro e la gloriosa Corinto e scorre all'ingiro lungo le ampie spiagge del Peloponneso; nuovamente rifluisce sul lato sinistro e in una vasta rientranza oltrepassa le contrade di Tessaglia e le campagne greche. Di qui bene addentro lo stretto del giovane e dell'annegata fanciulla contro voglia è sforzato, e collega gli aditi stretti della Propontide al Ponto Eusino e alle acque della Meotide, che gli resta collegata alle spalle e l'alimenta d'un flusso continuo. Poi quando il navigante richiamato all'indietro verso l'angusta apertura nuovamente si spinge sulle correnti dell'Ellesponto, solca l'Icario e l'Egeo e contempla a sinistra gli splendori dei popoli asiatici e altrettanti trofei quante le contrade e innumerevoli genti e il Tauro minaccioso sui flutti e i popoli di Cilicia e la Siria riarsa e le terre che fuggono la marina in un'amplissima baia, fino a che torna in Egitto la linea di costa curvandosi tutta attraverso le onde a morire di nuovo sulle ripe del Nilo.
PASSO
LocalizzazioneIV, v.658-661
Testo originaleQuondam Carthago regnum sortita sub armis, / ignibus Alpinas Cum contudit Hannibal arces, / fecit et aeternum Trebiam Cannasque sepulcris / obruit et Líbyam Italicas infudit in urbes.
TraduzioneNe ottenne un tempo Cartagine la signoria armata, quando Annibale intaccò con i suoi fuochi i picchi alpini ed eterna fece la Trebbia e Canne travolse con uno strato di tombe e l'Africa rovesciò sulle città d'Italia.
NoteBattaglia del Trebbia: 218 a.C.
COMPILAZIONE
COMPILAZIONE
Data2011
NomeAssorati G.
AGGIORNAMENTO – REVISIONE
Data2021
NomeParisini S.

ultima modifica: 20/01/2021
fonte

Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione, propri e di terze parti.
Proseguendo nella navigazione accetti l'utilizzo dei cookie.