FONTE
FONTE
AutoreOptato di Milevi
Titolo operaContra Parmenianum Donatistam
Anno365 ca. d.C.
Periodoetà dei valentiniani
EpocaTarda Antichità
Noteed.: M. Labrousse (ed.), Traité contre les Donatistes, 2 voll., Paris 1995-1996 (trad.: L. Dattrino (a cura di), La vera Chiesa, Roma 1988, trad. del curatore).
PASSO
LocalizzazioneI, 23-24
Testo originale(23) [1] Quibus lectis Constantinus pleno livore respondit. In qua responsione et eorum preces prodidit dum ait: «Petitis a me in saeculo iudicium cum ego ipse Christi iudicium expectem». Et tamen dati sunt iudices, Maternus ex Agrippina civitate, Reticius ab Augustoduno civitate, Marinus Arelatensis. Ad urbem Romam ventum est ab his tribus Gallis et ab aliis quindecim Italis. [2] Convenerunt in domum Faustae in Laterano, Constantino quater et Licinio ter consulibus sexto Nonas Octobris die, sexta feria, cum consedissent Miltiades episcopus urbis Romae et Reticius et Maternus et Marinus episcopi Gallicani et Merocles a Mediolano, Florianus a Sinna, Zoticus a Quintiano, Stennius ab Arimino, Felix a Florentia Tuscorum, Gaudentius a Pisis, Constantius a Faventia, Proterius a Capua, Theophilus a Benevento, Sabinus a Terracena, Secundinus a Praeneste, Felix a Tribus Tabernis, Maximus ab Ostiis, Evandrus ab Ursino, Donatianus a Foro Claudii.
(24) [1] His decim et novem consedentibus episcopis causa Donati et Caeciliani in medium missa est. A singulis in Donatum sunt hae sententiae latae, quod confessus sit se rebaptizasse et episcopis lapsis manum imposuisse, quod ab ecclesia alienum est. Testes inducti a Donato confessi sunt se non habere quod in Caecilianum dicerent. [2] Caecilianus omnium supra memoratorum sententiis innocens est pronuntiatus, etiam Miltiadis sententia qua iudicium clausum est his verbis: “Cum constiterit Caecilianum ab his qui cum Donato venerunt iuxta professionem suam non accusari nec a Donato convictum esse in aliqua parte constiterit, suae communioni ecclesiasticae integro statu retinendum merito esse censeo”.

Traduzione(23) [1] Letta la lettera [dei donatisti], Costantino rispose, indotto da un forte risentimento. E nella sua risposta rivelò pure il tenore di quella loro richiesta, dichiarando: «Voi pretendete in questo mondo un giudizio da me espresso, mentre io stesso sono in attesa del giudizio di Dio!». E tuttavia furono mandati come giudici Materno, dalla città di Colonia; Reticio, dalla città di Autun; Marino, dalla città di Arles. Giunsero dunque alla città di Roma questi tre personaggi dalla Gallia, come pure altri quindici dall'Italia. [2] Si radunarono nella casa di Fausta, in Laterano, essendo console Costantino per la quarta volta e Licinio per la terza volta: era il 2 ottobre, feria sesta [venerdì]. Erano presenti: Milziade, vescovo di Roma; Reticio, Materno e Marino, vescovi della Gallia; Merocle, da Milano; Floriano, da Segni [o Siena?]; Zotico, da Quinziana [Labicum]; Stennio, da Rimini; Felice, da Firenze, nella Toscana; Gaudenzio, da Pisa; Costanzo, da Faenza; Proterio, da Capua; Teofilo, da Benevento; Sabino, da Terracina; Secondo, da Preneste; Felice, da Tres Tabernae [Cisterna]; Massimo, da Ostia; Evandro, da Ursino [Bolsena?]; Donaziano, da Forum Clodii [Oriolo presso Bracciano].
(24) [1] Una volta riunitisi in concilio questi diciannove vescovi, fu portata direttamente in giudizio la causa di Donato e di Ceciliano. Da ognuno fu pronunciata questa sentenza contro Donato: costui ha dichiarato d'aver ribattezzato una seconda volta e d'aver imposto le mani a dei vescovi apostati, il che è contrario alle leggi della Chiesa. I testimoni addotti da Donato hanno ammesso di non avere nessun motivo per portare accuse contro Ceciliano. Perciò Ceciliano, in base alle sentenze pronunciate dai vescovi sopra nominati, fu dichiarato innocente. Tale fu pure la sentenza pronunciata da Milziade, e così fu chiuso il processo con queste sue parole: “Poiché risulta che Ceciliano non viene accusato dai testimoni venuti assieme a Donato, secondo quanto essi avevano chiesto di esporre, e poiché risulta egualmente che egli non è stato dimostrato colpevole in nessun punto da parte di Donato, giudico che egli meritatamente debba essere mantenuto in comunione con la Chiesa e nel suo integro stato”.

Note313 d.C.
COMPILAZIONE
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Data2011
NomeAssorati G.
AGGIORNAMENTO – REVISIONE
Data2021
NomeParisini S.

ultima modifica: 20/01/2021
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