FONTE
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AutoreClaudiano
Titolo operaCarmina minora
Anno405 ca. d.C.
Periodoetà dei teodosidi
EpocaTarda Antichità
Noteed.: M.L. Ricci (a cura di), Carmina minora, Bari 2001 (trad. del curatore)
PASSO
Localizzazione25.103-115
Testo originaleEpithalamium dictum Palladio v.c. tribuno et notario et Celerinae.
Floribus extruitur currus; iuga floribus halant; / florea purpureas adnectunt frena columbas. / Undique concurrunt volucres, quaecumque frementem / permulcent Athesim cantu, quas Larius audit, / quas Benacus alit, quas excipit amne quieto / Mincius: ereptis obmutuit unda querellis. / Eridani ripas et raucae stagna Padusae / diffugiens nudavit olor. Laetantur Amores / frenatisque truces avibus per nubila vecti / ostentant se quisque deae magnoque tumultu / confligunt pronique manus in verbera tendunt / atque inpune cadunt: lapsus meliore volatu / consequitur vincitque suos auriga iugales.

TraduzioneEpitaliamio pronunciato per l'illustre Palladio, tribuno e notaio, e Celerina.
Il cocchio viene allestito di fiori; di profumi di fiori odora il giogo; freni di fiori aggiogano splendenti colombe. Da ogni parte accorrono uccelli quelli che accarezzano l'Adige mugghiante con i loro canti, quelli che sono ascoltati dal Lario, quelli che sono nutriti dal Garda, quelli che il Mincio accoglie con le sue correnti tranquille: venuti meno i loro lamenti l'acqua è ammutolita. Le rive dell'Eridano e le plaghe della roca Padusa, fuggendosene via i cigni le lasciarono spoglie. Si rallegrano gli Amori e tracotanti trasportati dagli uccelli tenuti a freno, attraverso le nubi, si presentano ciascuno alla dea e con gran chiasso lottano e a capofitto tendono le mani per colpire e senza danno cadono: l'auriga scivolando con volo più fortunato raggiunge e supera il suo cocchio.

Note399/402 d.C.
PASSO
Localizzazione31.1-18
Testo originaleEpistula ad Serenam.
Orphea cum primae sociarent numina taedae / ruraque conpleret Thracia festus Hymen, / certavere ferae picturataeque volucres / dona suo vati quae potiora darent, / quippe antri memores, cautes ubi saepe sonorae praebuerant dulci mira theatra lyrae: / Caucaseo crystalla ferunt de vertice lynces, / grypes Hyperborei pondera fulva soli; / furatae Veneris prato per inane columbae / florea conexis serta tulere rosis, / fractaque nobilium ramis electra sororum / cycnus oloriferi vexit ab amne Padi, / et Nilo Pygmaea grues post bella remenso / ore legunt Rubri germina cara maris; / venit et extremo Phoenix longaevus ab Euro / adportans unco cinnama rara pede: / nulla avium pecudumque fuit quae ferre negaret / vectigal meritae conubiale lyrae.

TraduzioneLettera a Serena.
Quando gli dei dapprima unirono Orfeo alle nozze e i campi della Tracia furono riempiti dal festoso Imeneo, gareggiarono animali e uccelli variopinti quali doni preferissero dare al loro poeta, memori dell'antro ove spesso le rocce risonanti alla dolce lira avevano offerto mirabile sfondo. Dai monti caucasici le linci portano cristallo, i grifoni il fulvo peso del suolo iperboreo, le colombe di Venere saccheggiando nel prato portarono corone di fiori con rose intrecciate, attraverso il vuoto e il cigno dal fiume Po in cui nuotano i suoi compagni, ambra spezzata dai rami delle nobili sorelle e dopo la guerra con i Pigmei, ripercorso il Nilo, le gru raccolgono con il becco i frutti preziosi del Mar Rosso; giunge anche dall'estremo oriente la Fenice annosa portando con gli adunchi artigli prezioso cinnamo: non vi fu nessun uccello nessun animale che ai meriti del poeta negasse il tributo nuziale.

Note401/404 d.C.
PASSO
Localizzazione40
Testo originaleEpistula ad Olybrium
Quid rear, adfatus quod non mihi derigis ullos / nec redit alterno pollice ducta salus? / Scribendine labor? Sed cui tam prona facultas, / carmina seu fundis seu Cicerone tonas? / Cedere divitiis animi fortuna fatetur / et tantas oris copia vincit opes. / An rarus qui scripta ferat? Quin tempore nullo / cessant Flaminiae pulverulenta viae. / Cum fluat ingenium, cum sit qui dicta reportet, / quae, nisi contemnor, causa relicta tibi? / Despicis ergo tuum, si fas est credere, vatem, / perfidus et spatio debilitatur amor? / Excidimusne tibi? Lucem iam condet Hydaspes / et Tartesiaco, Sol, oriere vado, / candescet Geticis Meroe conversa pruinis / claraque se vetito proluet Ursa mari, / et, si iam nostros fastidit Olybrius ignes, / constat Oresteam nil valuisse fidem. / Quin age rumpe moras solaturusque sodalem / absens eloquio fertiliore doce, / crebraque facundo festinet littera cursu / libris atque animis insinuanda meis. / Dignatus tenui Caesar scripsisse Maroni. / Nec tibi dedecori sit mea Musa. Vale


TraduzioneLettera ad Olibrio
Che cosa pensare, ché non mi mandi alcuna lettera, né in contraccambio torna un saluto scritto dalla tua mano? È la fatica dello scrivere? Ma proprio per te che hai una disponibilità così facile sia che riversi poesie sia che tuoni alla Cicerone? La tua fortuna ammette di essere inferiore alla ricchezza del tuo animo e così grandi ricchezze sono superate dall'abbondanza dell'eloquenza. Oppure scarseggia chi recapiti gli scritti? Anzi in nessuna stagione il polverone della via Flaminia viene meno. Se le doti dell'intelletto sono fluenti, se non manca chi recapiti le lettere, che motivo ti rimane se non che non mi tieni più in conto? Dunque disprezzi il tuo poeta, se è consentito crederlo, traditore, e l'affetto dalla lontananza è indebolito? Ti sono caduto dal cuore? Già l'Idaspe farà tramontare il sole e tu, Sole, sorgerai dal guado Tartessico; sbiancherà Meroe mutata dalle brine dei Traci e l'Orsa luminosa si bagnerà nel mare a lei vietato. E se ormai Olibrio ha a sdegno il mio affetto, la fedeltà di Oreste – è noto – non ha più valore. Che anzi rompi gli indugi e per consolarlo, pur da lontano dai notizie all'amico con parole abbondanti e si affrettino frequenti lettere con corse piene di parole, da infilare nei miei libri e nell'animo. Di scrivere al tenue Virgilio si degnò Cesare, né ti sia a disdoro la mia poesia. Saluti.

Note395/396 ca. d.C.: Anicio Olibrio era il protagonista anche del panegirico per il suo consolato del 395 d.C.
COMPILAZIONE
COMPILAZIONE
Data2011
NomeAssorati G.
AGGIORNAMENTO – REVISIONE
Data2021
NomeParisini S.

ultima modifica: 20/01/2021
fonte

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