Pinacoteca Comunale di Faenza
Via S. Maria dell'Angelo, 9
Faenza (RA)
Paresce Renato
1886/ 1937
dipinto

cartoncino/ pittura a tempera
cm 35,5 (la) 27,6 (a)
49,5x57,5 con cornice
sec. XX (1925 - 1925)
n. 1773
Quest’opera di René Paresce testimonia l’incontro dell’artista con la grande cultura parigina degli anni Venti. Paresce è a Parigi fin dal 1912, impiegato in una fabbrica di strumenti ottici, la Zeiss, e poi come ricercatore nel laboratorio del Bureau International des Poids et Misures a Sèvres, il tempio della scienza francese. Presto Paresce, che ha studiato fisica all’Università di Palermo, abbandonerà la scienza per l’arte. A Parigi incontrerà i grandi d’inizio secolo, gli italiani, i francesi, gli spagnoli, i russi; Modigliani e Apollinaire, de Chirico e Breton. Conoscerà Soutine e Foujita. Cambierà idee politiche e visione del mondo.
René incontra anche il messicano Diego Rivera che traccia acquerelli simili ai suoi e a quelli di Gino Severini, che coniuga “cubismo e classicismo”. Proprio a questo genere di opere si richiama l’acquerello qui conservato che fa parte della produzione più autentica di Paresce. E’ infatti un’opera donata alla moglie Ella Klatchko - esule russa militante bolscevica, amica intima per tutta la vita di Trotzky - nel giorno del suo compleanno, come testimonia la dedica sotto la firma in basso a destra, “à Ella, 28. 8. 25”.
Appartenuta alla moglie e conservata poi in una prestigiosa collezione straniera, l’opera è approdata nella collezione Bianchedi-Bettoli/Vallunga che l’ha devoluta alla Pinacoteca di Faenza. La tempera riprende nei modi lo stile di Paresce nel momento di maggiore aderenza all’Ecole de Paris, quando il pittore è amico del messicano Rivera, e partecipa alla frenesia e alla varietà dell’ambiente parigino popolato da artisti di ogni provenienza. Alla metà degli anni Venti Paresce sta per entrare a far parte del gruppo degli Italiani di Parigi, al fianco di Campigli, Tozzi, de Chirico, Savinio, De Pisis e dello stesso Severini. Molto attivo per tutti gli anni Venti, con partecipazione a varie mostre e personali in tutta Europa, tra cui le mostre a Milano del Novecento italiano di Margherita Sarfatti, dà prova di grande abilità tecnica e di aver appreso la lezione del soggiorno parigino. In una serie di nature morte su tela datate tra il 1924 e il 1926, in cui partecipa al recupero dei valori formali e classici proclamati dal Novecento e dal rappel à l’ordre francese, Paresce traspone il suo mondo poetico di pittore e scienziato in una serie di opere straordinarie per qualità e iconografia e di cui l’opera nelle collezioni della Pinacoteca faentina è un esempio.

Questo testo è parte della scheda di Rachele Ferrario per il catalogo della Collezione Bianchedi-Bettoli/Vallunga pubblicato da Bononia University Press nella collana Cataloghi dell’Istituto per i Beni Artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna. Rachele Ferrario ha pubblicato presso Sellerio una biografia di Paresce e ha curato il Catalogo Generale ragionato del pittore pubblicato da Skira editore.