Pinacoteca Comunale di Faenza
Via S. Maria dell'Angelo, 9
Faenza (RA)
De Gregorio Giuseppe
1920/ 2007
dipinto

tela/ pittura a olio
cm 60 (la) 50 (a)
72,5x82,5 con cornice
sec. XX (1971 - 1971)
n. 1758
Gli oggetti che popolano le tele di De Gregorio, foglie, pesci, farfalle, bucrani, granceole, sono presenze di ascendenza surreale, fossilizzazioni di vita animale e vegetale, che gradualmente diventano decifrabili pur mantenendo una forte caratterizzazione immaginativa, della materia che si fa e si disfa in una perenne alternanza di vita e di morte. Nel 1964 è invitato alla Biennale di Venezia e l’anno dopo, approfondisce i suoi “racconti” di immagine. Negli anni Settanta l’artista coglie nelle tele la vitalità di microcosmi naturali, con accese cromie accordate su gamme preziose di toni luminosi, elaborando una nuova “geologia del paesaggio”. Emerge il forte temperamento cromatico dell’artista grazie ad una tavolozza di straordinaria vitalità, che anima e alleggerisce la materia pittorica facendola vibrare tanto da far quasi levitare e pulsare le immagini, incentrata nella Natura morta del pescatore (1971), su gamme di rosa, viola e grigi e in Natura morta con foglie (1973) sui verdi con accensioni improvvise di bianchi. Un raffinato tonalismo giocato su alleggerimenti luminosi di squarci di luce che animano le ombre profonde, affidato ad con un colore di alta resa emotiva. Sono opere caratterizzate da un senso di sospensione, di metafisico silenzio, da un equilibrio tra emozione e realtà, tra conoscenza ed immaginazione, tra percepito e liricamente intuito.
È questa la fase cui ricondurre i dipinti in esame, dove l’artista enuclea “in vitro” una «camera magica entro cui i filtri e le radiazioni siderali operano la demistificazione dell’ambiguità del rapporto interno-esterno, oggetto-ambiente». (G. CARANDENTE 1974, p. 16). La visione del mondo che propone De Gregorio è trasposta, come cristallizzata, «le forme-oggetto non appartengono più ad una realtà quotidiana, rinascono in una diversa natura cosmologica, da una sorta di glacializzazione, instauratrici di una mitologica preistoria di una diversa, sconosciuta civiltà». (L. VINCA MASINI 1971, p. )

Questo testo è parte della scheda di Antonella Pesola per il catalogo della Collezione Bianchedi-Bettoli/Vallunga pubblicato da Bononia University Press nella collana Cataloghi dell’Istituto per i Beni Artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna.