tela/ pittura a olio
74x84 con cornice
sec. XX (1972 - 1972)
Non è casuale la scelta di ritrarre i calanchi che, con le loro crete brulle e selvagge, costituiscono uno degli aspetti più tipici del paesaggio collinare romagnolo. Nel quadro in esame, la veduta è resa con estremo nitore, con una precisione che possiamo definire topografica; ecco il motivo per cui ci è stato possibile individuare l’esatto punto di vista (siamo lungo la strada che da Marzeno sale verso la Pietramora, a meno di 15 chilometri da Faenza). Campi entra in contatto intimo con il paesaggio, con le atmosfere che vibrano al variare della luce; dipinge en plein air, osserva attento e riflessivo; la sua pennellata, a tratti stilizzata, descrive il paesaggio con tocchi sicuri, che identificano i rilievi, circoscrivono i campi coltivati, delineano l’aspra terra dei calanchi. L’artista mostra una notevole padronanza della tavolozza e trasferisce sulla tela, attraverso pacati valori luministici, la precisa atmosfera del momento, quella che già allunga le ombre nell’ora imminente del tramonto. E ancora, esaltando gli edifici rurali e la vegetazione in primo piano, consente all’osservatore di interagire con il paesaggio, spaziando oltre l’orizzonte verso l’immensità del cielo.
Questo testo è parte della scheda di Patrizia Capitanio per il catalogo della Collezione Bianchedi-Bettoli/Vallunga pubblicato da Bononia University Press nella collana Cataloghi dell’Istituto per i Beni Artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna.